La vespa orientale è oggetto di studio per la sua eccezionale resistenza all’alcol, una caratteristica che la distingue nettamente da altre specie. Questo insetto può sopravvivere a livelli di etanolo letali per altri animali. La ricerca condotta da zoologi ed ecologi dell’Università di Tel Aviv ha mostrato che, mentre molte piante fermentano i loro frutti rilasciando alcol, la vespa orientale riesce a gestire quantità elevate di etanolo senza compromettere la coordinazione.
In natura, l’assunzione di alcol oltre il 4% può causare effetti negativi, ma la vespa orientale riesce a tollerare concentrazioni tra il 10% e il 20%. In laboratorio, sono stati condotti esperimenti somministrando soluzioni di saccarosio con alcol a concentrazioni crescenti. Le vespe hanno mantenuto lucidità e mobilità fino all’80% di etanolo, mostrando segni di intossicazione soltanto in questo caso, e ciò per un tempo molto breve, prima di tornare al loro comportamento normale.
Un aspetto fondamentale della loro resistenza è stato trovato nel loro DNA; infatti, analisi genetiche hanno rivelato diverse copie del gene per l’enzima alcol deidrogenasi, fondamentale per il metabolismo dell’alcol. Questa caratteristica genetica consente una degradazione efficiente dell’etanolo senza effetti negativi. Gli studiosi suggeriscono che questa peculiarità potrebbe essere il risultato della coevoluzione con un lievito intestinale, che aiuta nella degradazione dell’alcol nel loro sistema digestivo.
Questo studio sulla vespa orientale offre nuove prospettive nel comprendere le interazioni tra organismi e il loro ambiente, specialmente in relazione a fonti alimentari non convenzionali come i frutti in fermentazione. Inoltre, la resistenza all’alcol di questo insetto non solo evidenzia un’abilità unica di adattamento, ma solleva anche interrogativi sulla coevoluzione tra specie e microrganismi, aprendo nuove vie di ricerca in ambito ecologico e genetico. La vespa orientale si configura così come un modello di adattamento che potrebbe fornire informazioni preziose per future indagini scientifiche.
