La G7 Conference on Large Research Infrastructures si è inaugurata a Oliena, in Sardegna, con l’obiettivo di promuovere l’importanza delle infrastrutture di ricerca e valorizzare la candidatura del sito di Sos Enattos per ospitare l’Einstein Telescope (ET). L’evento, aperto dalla ministra dell’Università e Ricerca, Anna Maria Bernini, riunisce delegati ministeriali e rappresentanti della comunità scientifica internazionale per discutere dei benefici socioeconomici e delle sinergie derivanti da queste infrastrutture.
L’Einstein Telescope, progettato per costare 2 miliardi di euro, mira a svelare i misteri della materia oscura, a studiare i buchi neri e a testare la teoria della relatività generale. Antonio Zoccoli, presidente dell’Infn, ha sottolineato l’importanza di queste infrastrutture per l’economia locale e per la creazione di nuove opportunità. La Sardegna è vista come il luogo ideale per ET, grazie alla sua stabilità sismica e alla minore contaminazione luminosa, fattori essenziali per la precisione delle misurazioni.
Durante la conferenza, saranno trattati temi quali la digitalizzazione e il rafforzamento della rete globale di infrastrutture di ricerca, evidenziando il loro ruolo nella cooperazione internazionale e nella diplomazia scientifica. Le tavole rotonde affronteranno anche la gestione delle infrastrutture di ricerca e il miglior coordinamento tra i membri del G7. Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna, ha confermato il sostegno regionale alla candidatura, promettendo investimenti significativi.
La ministra Bernini ha ribadito l’impegno dell’Italia nella candidatura, sottolineando che il Paese ha investito oltre 1 miliardo di euro in infrastrutture di ricerca dal 2010, compresi i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ha anche confrontato gli investimenti italiani con quelli olandesi, affermando che l’Italia ha stanziato quantità maggiori.
Il sito di Sos Enattos è privilegiato per la sua bassa antropizzazione e la progettazione dell’ET prevede la sua costruzione a profondità tali da minimizzare le vibrazioni esterne. Il progetto di ET è previsto per superare le capacità degli attuali interferometri e potrà esplorare l’universo in modi inediti, contribuendo a migliorare anche tecnologie pratiche quotidiane, dalla meccanica di precisione agli sviluppi in intelligenza artificiale e applicazioni mediche. Queste ricerche potrebbero portare a enormi progressi nella comprensione dell’universo e nella qualità della vita.