I climatologi spagnoli affermano che l’alluvione recente in Valencia rappresenta un evento estremo mai visto in un secolo. Antonello Pasini, fisico del clima del CNR, spiega che l’alluvione è stata provocata da una “goccia fredda”, una depressione con aria fredda che si stacca dal flusso delle correnti aeree. Sebbene tale fenomeno non sia raro, con il riscaldamento globale sta diventando più intenso. Pasini sottolinea che la violenza degli eventi meteorologici è direttamente correlata al contrasto termico, che è aumentato a causa del cambiamento climatico. Attualmente, l’anticiclone delle Azzorre, storicamente presente sul Mediterraneo, è sostituito da anticicloni africani, che portano temperature più elevate. Questo cambiamento aumenta l’evaporazione e il vapore acqueo nell’atmosfera, contribuendo all’intensità delle tempeste.
In Andalusia, che solitamente è un territorio secco, le forti piogge possono risultare devastanti, specialmente dopo l’estate di siccità che ha colpito la Spagna. Pasini indica che i terreni asciutti non riescono ad assorbire la pioggia, aggravando la situazione. Analogamente, anche le violente alluvioni che recentemente hanno colpito il Nord Italia sono collegati a questo stesso fenomeno meteorologico, come afferma Gianni Messeri, meteorologo del Consorzio Lamma. La circolazione depressionaria che ha interessato il Nord Italia ora si è spostata verso ovest, colpendo la Spagna. Messeri chiarisce che l’aria fredda in quota, rimanendo isolata, forma depressioni chiuse che possono essere particolarmente pericolose e stazionarie, rimanendo per lunghi periodi nello stesso luogo, il che significa che le regioni spagnole continueranno a subire gli effetti di questi eventi estremi nei prossimi giorni.
In sintesi, il cambiamento climatico sta contribuendo sia a una maggiore intensità degli eventi meteorologici, sia a fenomeni stazionari che possono infliggere danni significativi alle aree già vulnerabili, come dimostrano le attuali alluvioni in Spagna e i recenti eventi in Italia.
