Un inquilino su due lascia l’immobile senza pagare l’affitto e il 62% di chi paga lo fa in ritardo, secondo un’indagine di SoloAffitti, operante da oltre 25 anni nel mercato della protezione della rendita immobiliare. Il gruppo ha registrato morosità e ha creato la più grande banca dati di inquilini morosi in Italia. Dal dossier emerge che il 68,8% dei morosi è di genere maschile, con una concentrazione nelle fasce d’età 40-49 anni (31,7%), 50-59 anni (25,4%) e 30-39 anni (22,8%). La morosità diminuisce tra gli inquilini più anziani, con il 12,1% fra i 60-69 anni e solo il 6,3% tra gli ultrasettantenni, mentre è contenuta tra i giovani di 18-29 anni (1,8%). Questo suggerisce che la morosità è prevalentemente legata a chi si trova nella fascia d’età attiva e lavorativa.
Inoltre, la morosità è distribuita in modo disomogeneo rispetto ai canoni di locazione: il 63,9% delle segnalazioni riguarda canoni fino a 500 euro, il 29,9% per canoni tra 501 e 750 euro, e solo il 6,3% per quelli oltre i 750 euro. Pertanto, minori sono i canoni e maggiore è la probabilità di morosità. In dieci anni si registrano in media 4,7 inquilini per immobile e 9,8 mensilità perse. Le spese legali medie sostenute in dieci anni per solleciti e sfratti ammontano a 1.800 euro.
Silvia Spronelli, ceo di SoloAffitti, sottolinea un forte squilibrio nel mercato: la domanda di affitti è aumentata del 229% nell’ultimo anno, mentre l’offerta rimane insufficiente. Ci sono oltre 6 milioni di immobili residenziali potenzialmente affittabili, ma spesso rimangono sfitti per la paura di morosità, aggravata dal blocco degli sfratti durante il Covid. Questa paura è citata come motivo principale del 30% dei casi di mancato affitto, insieme alla preoccupazione di non poter riavere l’immobile e alla necessità di tenerlo libero per futuri utilizzi.