16.4 C
Roma
venerdì, 22 Novembre, 2024
HomePoliticaNon ho mai incoraggiato nessuno a denunciare, né i medici né altri

Non ho mai incoraggiato nessuno a denunciare, né i medici né altri

Dopo l’introduzione della legge che penalizza la maternità surrogata all’estero, la ministra della Famiglia Eugenia Roccella ha chiarito la sua posizione riguardo alle denunce da parte dei medici. Durante il question time, rispondendo a un’interrogazione del deputato Riccardo Magi, ha affermato di non aver mai incitato a denunciare i medici o altri individui. Roccella ha dichiarato che, se una legge non è gradita, è possibile combatterla per cambiarla o praticare disobbedienza civile, assumendosi le relative responsabilità, invece di cercare di eluderla.

In riferimento a una sua dichiarazione rilasciata in un contesto differente, ha spiegato che è una consuetudine per i pubblici ufficiali, inclusi i medici, segnalare le violazioni delle leggi. Roccella ha sottolineato che, secondo il codice penale, i medici devono segnalare notizie di reato, a meno che il paziente non rischi conseguenze penali. Ha evidenziato che non si parla di “delazione” quando i medici denunciano casi di violenza, abuso su minori, incidenti sul lavoro, obbligo vaccinale o traffico di organi. Ha osservato che la maternità surrogata non viene vista come un reato da alcuni.

La ministra ha affermato che la legge è stata accolta con entusiasmo da reti femministe abolizioniste, che considerano la maternità surrogata un orrore. Ha citato dichiarazioni della Cassazione e della Consulta, che concordano sulla natura negativa di questa pratica. Roccella ha menzionato il considerevole giro di denaro associato al mercato della maternità surrogata, denunciando la disumanità dei contratti per le gestanti e la discriminazione razziale nei cataloghi, dove si preferisce il colore della pelle e gli ovociti delle donne di colore sono meno pagati.

La ministra ha richiamato l’attenzione sulla posizione della Corte Costituzionale, che evidenzia come la maternità surrogata comprometta le relazioni umane, e della Corte di Cassazione, che la definisce una mercificazione del corpo femminile, riducendo la donna a una “incubatrice meccanica”. Ha concluso citando la Cassazione, che afferma che tale pratica offende intollerabilmente la dignità delle donne, indipendentemente dalle circostanze di bisogno.

ARTICOLI CORRELATI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

PIÙ POPOLARI