Lo spettro della squalifica grava su Jannik Sinner, nonostante i suoi successi nel tennis. La sentenza del Tas di Losanna, attesa non prima di febbraio 2025, crea apprensione sia nel campione italiano che nei suoi tifosi, in particolare a seguito della sentenza del caso Halep, che suggerisce un possibile esito negativo per Sinner. Le speculazioni sull’operato della Wada alimentano il timore di una squalifica.
Sinner, attualmente numero 1 al mondo, cerca di mantenere la concentrazione sulle Atp Finals a Torino, torneo che desidera vincere dopo la finale raggiunta l’anno precedente. Una vittoria consoliderebbe il suo status di miglior tennista del momento, ma ci sono voci che continuano a mettere in discussione il suo talento attraverso il caso doping. Daniele Bracciali, ex tennista con un ranking ATP massimo di 49, ha affermato in un’intervista che “una squalifica può arrivare quasi sicuramente” e ha criticato le norme anti-doping, definendole ingiuste.
Bracciali sottolinea l’assurdità di squalificare un atleta quando non vi sono prove di uso di sostanze per il miglioramento delle prestazioni, e menziona il caso di Bertolotti, dove la Wada non ha presentato ricorso. Egli sostiene che per Sinner “la soluzione giusta sarebbe l’assoluzione” e si mostra scettico sull’esito della vicenda. Tuttavia, esprime fiducia nella capacità di Sinner di affrontare la pressione, sottolineando come abbia gestito il periodo di tensione finora.
In tutto questo, l’Italia sembra unita nel sostenere Sinner, sperando in un esito favorevole che sarebbe considerato l’epilogo più giusto della situazione. La pressione è alta e la comunità sportiva è in attesa di una decisione che potrà influenzare non solo la carriera di Sinner, ma anche la credibilità delle norme anti-doping nel tennis.
