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lunedì, 25 Novembre, 2024
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Alzheimer: I Batteri Intestinali Aumentano il Rischio

La malattia di Alzheimer rappresenta la principale causa di demenza a livello mondiale e le sue cause restano in parte sconosciute, coinvolgendo fattori genetici e ambientali. Recentemente, studi si sono concentrati sulla connessione tra il microbioma intestinale e le malattie neurodegenerative. In particolare, una ricerca della Florida State University ha esaminato l’ipotesi che il batterio intestinale Klebsiella pneumoniae possa aggravare i sintomi dell’Alzheimer attraverso meccanismi infiammatori e infettivi.

Klebsiella pneumoniae è un batterio comune nell’intestino umano, ma può diventare patogeno in caso di squilibri del microbioma, come durante l’uso di antibiotici. In tali circostanze, questo batterio potrebbe migrare verso altre parti del corpo, provocando infezioni gravi. Lo studio ha suggerito che il passaggio della Klebsiella pneumoniae dall’intestino al cervello potrebbe contribuire al danno neuronale tipico dell’Alzheimer. Nei modelli murini, l’alterazione del microbioma determinata dall’uso di antibiotici ha facilitato la migrazione del batterio, che poi potrebbe attraversare la barriera ematoencefalica, scatenando neuroinfiammazione e degenerazione cellulare.

La neuroinfiammazione è un fenomeno osservato in pazienti con Alzheimer e si ipotizza che uno “stato infiammatorio cronico” contribuisca alla degenerazione neuronale. I topi infettati da Klebsiella pneumoniae presentavano segni di neuroinfiammazione e deficit cognitivi, suggerendo una potenziale accelerazione dei processi degenerativi. Gli esperti indicano che le infezioni e la riduzione della biodiversità del microbioma intestinale causate da antibiotici costituiscono un rischio per gli anziani, con una connessione tra il deterioramento del microbioma e l’Alzheimer trovata nell’asse intestino-cervello.

Questo asse è una rete di segnali che influenza il sistema nervoso centrale. La salute del microbioma intestinale è cruciale per questa interazione, e gli squilibri possono alterare la funzione cerebrale. Si ipotizza che una grave disbiosi possa consentire la migrazione di batteri come Klebsiella pneumoniae verso il cervello. Le implicazioni dello studio offrono spunti per nuove terapie potenziali, suggerendo che intervenire sulla salute del microbioma intestinale possa portare a nuove strategie terapeutiche. Tuttavia, i risultati ottenuti da studi su topi sollevano interrogativi sull’applicabilità umana, rendendo necessarie ulteriori ricerche per confermare i legami osservati.

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