Giorgia Meloni e il suo partito sono noti per la loro passione nell’istituzione di giornate nazionali, con un numero che supera le 80 tra quelle già approvate e quelle in fase di sviluppo. Peppe De Cristofaro, un parlamentare, ha tentato di tenere il conto, rivelando che ci sono circa cinquanta nuove proposte in cantiere. Le giornate nazionali si sono trasformate in uno strumento per i parlamentari per farsi notare, con la speranza che il loro nome rimanga legato a queste celebrazioni.
Tuttavia, il numero crescente di giornate nazionali solleva interrogativi sulla sostenibilità di questa pratica; si rischia infatti di esaurire i giorni del calendario. Tra gli esempi di giornate già istituite ci sono la giornata nazionale del panettone, quella del made in Italy (un’incongruenza linguistica, dato che si usa l’inglese per un concetto culturale italiano), la giornata nazionale della cultura motociclistica, e la giornata nazionale del riciclo della carta, distinta dalla giornata del riciclo in generale. Ogni proposta sembra mirare a valorizzare diversi aspetti della cultura e della società italiana.
Per alcune persone, questa proliferazione di giornate nazionali potrebbe apparire ironica e poco seria. Per esempio, la giornata nazionale dei figli d’Italia lascia perplessi, così come la giornata nazionale della ristorazione. Resta da chiedersi se ci sia ancora spazio per una “giornata nazionale delle giornate nazionali”, che potrebbe racchiudere in sé tutta questa frenesia di celebrazioni.
In sintesi, l’amore per le giornate nazionali riflette una strategia politica dei parlamentari per emergere nel panorama pubblico, ma questa pratica rischia di diventare insostenibile e di minare il significato stesso delle celebrazioni. In questo contesto, è fondamentale riflettere su quali siano le giornate che meritano di essere celebrate e su come queste iniziative possano effettivamente contribuire alla valorizzazione della cultura italiana, piuttosto che apparire come meri strumenti di visibilità politica.
