LignoSat, il primo satellite al mondo realizzato in legno, ha avuto successo nel suo lancio dal Kennedy Space Center il 4 novembre. Questo progetto ambizioso mira a testare l’utilizzo del legno come materiale sostenibile per l’esplorazione di Marte e della Luna. Il satellite è stato sviluppato dall’Università di Kyoto in collaborazione con Sumitomo Forestry e, una volta giunto alla Stazione Spaziale Internazionale, verrà rilasciato in orbita a 400 chilometri dalla Terra.
LignoSat è di dimensioni ridotte, paragonabili a quelle di un palmo di mano, e il suo nome deriva dalla traduzione latina della parola “legno”. La missione prevede che il satellite rimanga in orbita per sei mesi, durante i quali i suoi strumenti elettronici monitoreranno come il legno reagisce agli estremi ambientali dello spazio. Ciò include temperature che variano da 100°C sotto zero a 100°C sopra zero, con cicli di 45 minuti in cui il satellite passa dall’oscurità alla luce.
Questo esperimento rappresenta una svolta significativa nella ricerca di materiali alternativi e sostenibili, specialmente in considerazione delle sfide legate all’esplorazione spaziale. Il legno, tradizionalmente non considerato un materiale per applicazioni spaziali a causa della sua natura organica, viene ora esplorato per le sue potenziali proprietà durature e sostenibili. Gli scienziati sono interessati a capire se e come il legno possa resistere a condizioni così estreme e se possa essere utilizzato in future missioni su altri pianeti.
Lignosat potrebbe segnare l’inizio di una nuova era nell’ingegneria spaziale, dove i materiali naturali vengono rivalutati e considerati per le loro capacità di resistenza e sostenibilità. La riuscita di questa missione potrebbe aprire la strada all’uso del legno e di altri materiali naturali in contesti spaziali, contribuendo alla creazione di tecnologie più ecologiche e sostenibili per le esplorazioni future su Marte, sulla Luna e oltre.
In definitiva, LignoSat non è solo un esperimento scientifico, ma un passo importante verso la promozione della sostenibilità nell’esplorazione spaziale, mostrando che anche i materiali che ci sono familiari possono trovare un posto nelle avventure oltre la nostra Terra.