Peanut, il noto scoiattolo diventato famoso su Instagram, è stato ucciso dopo un intervento del Dipartimento per la tutela ambientale (DEC) di New York. Il 30 ottobre, le autorità hanno fatto irruzione nell’abitazione di Mark Longo, il suo tutore, per sequestrare Peanut e un procione di nome Fred. Il DEC ha motivato il sequestro con il rischio di diffusione della rabbia, poiché uno scoiattolo ha morso una persona. Dopo il sequestro, entrambi gli animali sono stati sottoposti a eutanasia per eseguire test sanitari. Il DEC ha anche raccomandato a chiunque fosse entrato in contatto con loro di consultare un medico.
Mark Longo ha condiviso il suo profondo dolore per la perdita di Peanut e Fred attraverso un video su Instagram, definendo la decisione del DEC “devastante”. Longo e sua moglie Daniela gestiscono il P’Nuts Freedom Farm Animal Sanctuary, un rifugio fondato nel 2023 dedicato a circa 300 animali, tra cui cavalli e alpaca. Il rifugio è stato intitolato a Peanut e cerca di garantire il benessere degli animali ospitati. Tuttavia, l’uso sui social media di immagini che “umanizzano” i loro animali ha sollevato critiche, suggerendo potenziali effetti negativi sulla percezione degli animali selvatici.
La vicenda di Peanut ha innescato un acceso dibattito tra sostenitori e critici del rapporto tra uomo e animale. Salvato da Longo sette anni fa, Peanut era un cucciolo orfano e, nonostante i tentativi di reintegrarlo in natura, era tornato a vivere con Longo a causa della sua incapacità di sopravvivere autonomamente. Questa situazione ha sollevato interrogativi sul delicato equilibrio tra la volontà di aiutare gli animali selvatici e il rispetto delle normative che proteggono la fauna selvatica.
La storia di Peanut mette in luce le complessità delle interazioni tra esseri umani e animali, nonché le difficoltà nell’applicazione delle leggi sulla tutela della fauna in situazioni in cui gli animali, pur richiedendo aiuto umano, possono rappresentare rischi per la salute pubblica. La perdita di Peanut rappresenta non solo un dolore personale per Longo, ma anche un punto di riflessione su come gli esseri umani relazionano con gli animali e le loro esigenze.
