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giovedì, 21 Novembre, 2024
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“Santa Maria” che paura se la Morte va in crisi!

Che paura se la Morte va in burnout! Francesco Muzzopappa torna con il romanzo “Santa Maria” (ed. Solferino), in cui esplora le ossessioni umane attraverso gli occhi di un’anziana donna in attesa dei conteggi dell’INPS. Questa protagonista, goffa e non particolarmente bella, riflette sulla sua lunga carriera trascorsa a sterminare commercialisti, dinosauri e piante, per arrivare alla conclusione che l’umanità riesce a distruggersi da sola tramite droghe, alcol, fumo e stress, suggerendo che forse la pensione non è un’utopia.

Nel suo attuale stato di attesa, la Morte cerca di adattarsi alla vita sociale dopo secoli di isolamento. Decide di unirsi a un gruppo di preghiera, dove le dinamiche sociali rivelano invidie e conflitti tra donne ossessionate dal culto dell’immagine e attività parrocchiali. In questo contesto, la Morte si innamora di un paninaro, Antonio Panini, appassionato di poesia, ma la relazione rimane ambigua e poco approfondita, consumata in ristoranti lungo le autostrade. Antonio diventa il centro delle attenzioni nel gruppo, suscitando rivalità tra le donne.

Il romanzo di Muzzopappa è un ritratto dell’assurdo, delle manie e dei tic dei nostri tempi, ma si evolve verso un finale che introduce elementi di mistero. In questo modo, anche la Morte trova una sorta di riscatto nel mondo umano. Il tema della pensione rivela una soluzione che riflette la complessità del rapporto con la burocrazia, suggerendo una rivincita collettiva.

Muzzopappa si distingue come uno scrittore capace di affrontare l’attualità con ironia e audacia. In “Santa Maria”, il lettore può ridere, ma alla fine si prova empatia per questa anziana signora, incarnazione della Morte. Questo libro conferma il talento di Muzzopappa nel trasformare un soggetto complesso in un racconto avvincente e originale, dove l’ironia diventa veicolo di riflessione e comprensione profonda delle fragilità umane. La narrazione, ricca di spunti critici e umoristici, offre un’analisi delle relazioni sociali contemporanee, rendendo questa opera un’altra testimonianza del miracolo narrativo di Muzzopappa.

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