Il settore automotive a livello mondiale è in crisi, con segnali di un peggioramento imminente se non si adottano soluzioni innovative. Questo passaggio verso l’elettrico ha già colpito la Germania, un paese con una solida tradizione automobilistica, e ha conseguenze dirette anche in Italia. La transizione verso le auto elettriche sta creando sfide soprattutto per grandi case automobilistiche europee come Volkswagen, che sta risentendo pesantemente di questa trasformazione.
A livello globale, la crisi è accentuata dalla concorrenza con la Cina, che inizialmente aveva incentivato il passaggio all’elettrico con sovvenzioni e fusioni tra aziende. Tuttavia, l’imposizione di dazi sulle auto elettriche cinesi in Europa ha ostacolato l’export verso l’Occidente. In Europa, la domanda di auto elettriche non decolla, a causa dell’alto costo dei veicoli, della limitata autonomia e della mancanza di infrastrutture di ricarica. Anche la domanda cinese di auto europee è in diminuzione, creando la possibilità di una “tempesta perfetta” per il settore.
Volkswagen è tra le aziende più colpite, registrando un calo delle vendite in Europa e Cina e pianificando la chiusura di tre stabilimenti in Germania. Le vendite del terzo trimestre 2024 sono diminuite del 15% e l’utile è calato del 64%, portando a licenziamenti e a una crisi occupazionale con decine di migliaia di posti a rischio. L’azienda sta cercando di risparmiare e ha pianificato un taglio costi di 2,2 miliardi di euro, ma le prospettive restano pessimistiche.
In Italia, la situazione è altrettanto drammatica. Il paese, un tempo fulcro dell’industria automobilistica, rischia di diventare solo un produttore di componenti per altre aziende. La crisi di Volkswagen avrà effetti devastanti sulle PMI italiane che esportano in Germania. Ci si aspetta che entro il 2035 possano esserci 140.000 posti di lavoro persi in Germania, e l’Italia non sarà esente dal problema.
L’industria automobilistica sta affrontando una deindustrializzazione, con milioni di posti di lavoro a rischio, specialmente in regioni come il Piemonte. La mancanza di intervento governativo potrebbe trasformare questa crisi in un cataclisma occupazionale. È necessaria un’azione decisiva delle istituzioni per affrontare questi problemi e sostenere i lavoratori e l’industria.