Slitta il confronto tra il governo e i sindacati sulla manovra economica, con la premier Giorgia Meloni che comunica il rinvio dell’incontro a lunedì prossimo a causa di un’influenza. La decisione arriva a ridosso dell’appuntamento previsto e si aggiunge alle difficoltà della maggioranza, costretta a gestire urgenti questioni come la destinazione di 1,3 miliardi di euro dal concordato e il dibattito sul canone Rai, con la Lega che spinge per un mantenimento a 70 euro e Forza Italia contraria.
I rappresentanti sindacali, già preoccupati per i tempi ristretti a disposizione, vedono ulteriormente calare le loro aspettative di intervento sulla manovra, ormai in discussione parlamentare. La Cgil evidenzia che la manovra è inadeguata, in particolare per quanto riguarda il cuneo fiscale, mentre la Uil esprime delusione e considera più che probabile uno sciopero generale il 29 novembre. La Cisl, pur notando alcuni aspetti positivi, si oppone ai tagli nel settore scolastico e chiede misure per le pensioni minime.
Elly Schlein, segretaria del Pd, critica l’assenza di un dialogo formale con le parti sociali riguardo alla manovra. La prossima settimana, il governo avrà un incontro con le imprese, e il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, sottolinea che la collaborazione con l’esecutivo è in atto.
Il viceministro dell’economia, Maurizio Leo, riporta stime positive sul gettito del concordato, che ha visto oltre 500mila adesioni, fruttando 1,3 miliardi di euro. Il governo sta considerando di riaprire i termini per il concordato, puntando a misure a favore dei ceti più deboli e del ceto medio. Tuttavia, nella maggioranza permane incertezza e divergenza di opinioni.
Riguardo al canone Rai, la Lega è determinata a presentare emendamenti per mantenerlo a 70 euro e per rateizzare l’acconto Irpef. Nonostante le pressioni interne, il vicepremier Antonio Tajani sostiene un ‘no’ al taglio del canone, sottolineando l’importanza della stabilità finanziaria per l’azienda di servizio pubblico. La situazione rimane complessa, con il governo che deve trovare un equilibrio tra le richieste sindacali, le necessità delle imprese e le dispute interne alla coalizione.