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domenica, 24 Novembre, 2024
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Pompei: Il DNA Rivela la Storia delle Vittime dell’Eruzione

Il DNA riscrive la storia delle vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., che ha sepolto Pompei e i suoi abitanti sotto lapilli e ceneri. Molti furono uccisi dal crollo dei tetti, mentre altri morirono per flussi piroclastici che preservarono i loro corpi. Una ricerca internazionale pubblicata su “Current Biology”, condotta da diverse università, compresa quella di Firenze, ha rivelato che l’analisi del DNA estratto dai resti ossei ha cambiato le interpretazioni tradizionali sulla loro identità e relazioni familiari.

Il team ha analizzato il DNA di 14 calchi scheletrici, dimostrando che sesso e parentela non corrispondono alle precedenti congetture basate sull’aspetto fisico. David Caramelli, antropologo all’Università di Firenze, ha affermato che l’analisi genetica arricchisce notevolmente la comprensione archeologica, sfidando idee consolidate come l’associazione di gioielli a femminilità e la vicinanza fisica come indicatore di relazioni biologiche. Ad esempio, in uno dei siti esaminati, quattro individui, considerati genitori e figli, non sono geneticamente correlati.

David Reich, dell’Università di Harvard, ha sottolineato che i risultati scientifici spesso contraddicono le ipotesi comuni. È emerso che un adulto con un braccialetto d’oro e un bambino erano in realtà un maschio adulto e un bambino non imparentati. Anche coppie precedentemente interpretate come sorelle sono risultate contenere almeno un maschio genetico.

I dati genetici hanno inoltre rivelato la diversità ancestrale dei pompeiani, evidenziando che discendevano principalmente da immigrati del Mediterraneo orientale, suggerendo un’impronta cosmopolita nell’Impero romano. Alissa Mittnik, del Max Planck Institute, ha detto che i risultati hanno implicazioni significative per la comprensione delle società antiche, sottolineando l’importanza di integrare informazioni archeologiche e genetiche per evitare interpretazioni errate.

Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco di Pompei, ha evidenziato che le analisi del DNA antico sono parte integrante della ricerca nel parco, che esplora anche vittime animali e altri aspetti scientifici. Questo approccio multidisciplinare trasforma Pompei in un laboratorio per nuove metodologie e ricerche scientifiche, contribuendo a una visione moderna dell’archeologia.

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