I bambini e gli adolescenti sono sempre più iperconnessi, anche in età molto precoce. Nonostante le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e della Società Italiana di Pediatria (Sip) di evitare l’uso di dispositivi digitali per i bambini sotto i 2 anni, un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità rivela che il 22,1% dei bambini tra 2 e 5 mesi trascorre del tempo davanti a uno schermo, per lo più meno di un’ora al giorno. Questa esposizione aumenta con l’età: tra gli 11 e i 15 mesi, il 58,1% dei bambini è esposto agli schermi, e oltre 1 bambino su 6 è attivo per almeno un’ora al giorno.
Un altro aspetto preoccupante è la “depressione da social”, un fenomeno emerso durante la pandemia che evidenzia come un aumento del tempo sui social media sia correlato a un aumento dei sintomi depressivi. Una revisione della letteratura scientifica condotta dalla Società Italiana di Pediatria ha analizzato 68 studi dal 2004 al 2022 per indagare i rischi legati all’uso dei social media negli under 18.
Oltre alla depressione, emergono anche altri problemi associati all’uso dei social, tra cui disturbi alimentari, cyberbullismo, ansia, disturbi del sonno, dipendenza digitale, e problemi relazionali e comportamentali. I rischi spesso aumentano con il tempo trascorso online, portando a disagio psicologico, mal di testa, disturbi visivi, e problemi posturali come la rachialgia. Anche la salute dentale ne risente, con un aumento delle carie dentali.
Secondo Save the Children, gli ambienti digitali possono essere pericolosi per i giovani, che spesso utilizzano i social media per costruire la propria identità e confrontarsi su vari temi. Tuttavia, rischiano di essere esposti al bullismo, di non comprendere le regole della privacy, e di subire gli effetti delle scelte algoritmiche. La crescente diffusione di queste problematiche pone seri interrogativi sulla salute mentale e fisica dei giovani in un contesto digitale che offre molte opportunità ma anche significativi rischi.
