Maurizio Landini, segretario della CGIL, ha affermato che è giunto il momento di una “rivolta sociale” contro le attuali disuguaglianze, nel contesto di polemiche riguardo alle sue dichiarazioni. Durante una manifestazione di trasporto pubblico a Porta Pia, Roma, ha ribadito di non avere nulla da rettificare delle sue parole, evidenziando che non si può più tollerare il livello di disuguaglianze sociali esistente. Landini ha lanciato un forte appello, sostenendo che le attuali politiche del governo favoriscono la precarietà e l’evasione fiscale, mentre gli sforzi per sostenere il Paese provengono da coloro che sono trascurati e non rappresentati.
In merito alle critiche ricevute, ha chiesto agli oppositori cosa stessero facendo di concreto, sottolineando come venga preferito aumentare la spesa militare piuttosto che affrontare le questioni sociali fondamentali. Ha dichiarato che la popolazione è stanca della situazione attuale, nella quale le persone che lavorano duramente non ricevono voce e supporto.
La reazione alla posizione di Landini è arrivata dalla Lega, rappresentata dalla deputata Simonetta Matone, che ha espresso preoccupazione per i richiami alla rivolta sociale nel contesto di un sciopero generale dei trasporti. Secondo Matone, Landini e alcuni accademici stanno esagerando l’emergenza, con critiche alla libertà di opinione e invocando un intervento della magistratura per evitare potenziali violenze. Ha inoltre avvertito che l’aria in Italia è inquietante e che i richiami alla rivolta dovrebbero sollevare preoccupazioni sulla democrazia.
Le posizioni di Landini e il dibattito che ne è seguito evidenziano una crescente tensione sociale in Italia, con questioni di giustizia e disuguaglianza che emergono in un clima politico sempre più polarizzato. Il richiamo di Landini per una mobilitazione sociale riflette la frustrazione di molti cittadini che si sentono privati di rappresentanza e desiderano riforme significative per affrontare le ingiustizie persistenti nella società.
