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giovedì, 14 Novembre, 2024
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Cop 29: Un Fallimento Annunciato – L’Assenza dei Leader a Baku

Si parla spesso di “allarme climatico” e degli obiettivi di mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi, ma i risultati concreti restano deludenti. Il summit mondiale dell’Onu, tenutosi a Baku in Azerbaigian, ha visto la partecipazione di numerosi esperti e funzionari, ma è mancata la presenza dei leader principali, rendendo difficile raggiungere un accordo significativo per ridurre le emissioni. La conferenza, con una durata di 12 giorni, si è rivelata più un evento di socializzazione che una seria opportunità per affrontare il cambiamento climatico.

Le assenze più notabili includono Cina e India, tra i maggiori inquinatori, mentre l’Europa era rappresentata da funzionari non decisionali, dato che Ursula von der Leyen ha declinato l’invito per motivi legati alla nuova Commissione e alle scadenze verdi interne all’Unione Europea. Inoltre, l’atteggiamento dell’amministrazione Trump, che ha promesso di ritirarsi nuovamente dall’accordo di Parigi, rappresenta un segnale preoccupante rispetto alla volontà globale di combattere il cambiamento climatico.

Anche la Russia ha disertato l’incontro, citando la guerra in Ucraina. La mancanza dei leader globali ha evidenziato l’inadeguatezza della conferenza di Baku, che non ha fissato nuovi impegni di riduzione delle emissioni. Le emissioni mondiali, nel frattempo, continuano a crescere, raggiungendo nel 2022 57,1 milioni di tonnellate, un incremento del 51% rispetto al 1990. Le concentrazioni di CO2 nell’atmosfera sono anch’esse in aumento, rivelando la gravità della situazione climatica attuale.

In sintesi, la conferenza di Baku si è conclusa senza progressi significativi e senza l’adozione di misure concrete, lasciando l’umanità in attesa di proposte volontarie che non arriveranno prima di febbraio 2025. Questo scenario lascia presagire che vi è una mancanza di impegno reale da parte dei grandi potenti del mondo nella lotta contro il cambiamento climatico, rendendo la situazione sempre più critica e difficile da gestire per i Paesi più vulnerabili. La sensazione è che, nonostante le buone intenzioni, le azioni necessarie per affrontare veramente la crisi climatica sono ancora molto lontane.

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