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lunedì, 25 Novembre, 2024
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Arbitro Sospeso per Insulti al Liverpool: Il Caso della Premier League

Una controversia ha colpito la Premier League in seguito a un video compromettente dell’arbitro David Coote, sospeso per insulti rivolti al Liverpool e al suo ex allenatore Jurgen Klopp. Il video, registrato nel 2020 durante il lockdown dopo un pareggio 1-1 tra i Reds e il Burnley, è tornato a circolare sui social network, suscitando indignazione tra i tifosi. In esso, Coote definisce il Liverpool “una m*a” e commenta Klopp, appellandolo come “un c****e”. L’arbitro lamenta anche le lamentele di Klopp riguardo al suo operato durante l’arbitraggio della partita contro il Burnley, esprimendo il suo disappunto nei confronti dell’ex tecnico.

Coote, nel video, prega il suo interlocutore di non divulgare le immagini, chiarendo che esso non doveva essere condiviso. Tuttavia, la diffusione del filmato ha costretto il PGMOL, l’organizzazione che gestisce gli arbitri nella Premier League, a prendere posizione. Dopo aver preso atto della situazione, ha avviato un’inchiesta. In un comunicato, il PGMOL ha confermato di essere a conoscenza del video e ha deciso di sospendere Coote “con effetto immediato in attesa di un’inchiesta completa”. Ha inoltre specificato che non rilascerà ulteriori commenti fino al termine delle indagini.

La sospensione di Coote è avvenuta in un contesto particolarmente ironico, dato che pochi giorni prima aveva arbitrato una partita del Liverpool, che aveva vinto per 3-1 contro l’Aston Villa. L’episodio ha scatenato una reazione a catena tra i tifosi dei Reds e ha sollevato interrogativi sulla condotta degli arbitri nella Premier League. La vicenda evidenzia non solo la delicatezza del lavoro degli arbitri, ma anche l’importanza della loro reputazione all’interno e all’esterno del campo. In attesa dell’esito dell’inchiesta, la Premier League si trova a fronteggiare un episodio che ha il potenziale per infliggere danni non solo all’immagine di Coote, ma anche alla credibilità dell’intero sistema arbitrale.

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