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venerdì, 22 Novembre, 2024
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Noblesse Oblige: Una Commedia in Stile De Sica e Salemme

“Oggi non si fa più la commedia, considerata un genere minore, ma in realtà rappresenta la forza di questo Paese”. Questo afferma Enrico Vanzina in occasione del suo debutto con il libro comico “Noblesse Oblige”, edito da HarperCollins. Il libro racconta le avventure del principe squattrinato Ascanio della Scaletta e del suo maggiordomo napoletano Gegé, intenti a fare una ‘caccia al tesoro’ in Italia, circondati da cugine impresentabili e figlie di palazzinari.

Vanzina descrive il libro come una storia sull’amicizia e sull’importanza della nobiltà d’animo, sottolineando una carenza di questa nel presente. L’autore sogna di portare la sua storia in teatro o al cinema, escludendo però il formato seriale, privilegiando il film di 1 ora e 40 minuti che condensa la narrazione meglio delle serie. Per i ruoli principali, vorrebbe Christian De Sica come principe e Vincenzo Salemme come maggiordomo.

Vanzina fa rivivere l’Italia degli Anni ’80, un periodo che evoca malinconia e tenerezza, ricordando storie simili a quelle di Jeeves e le commedie di Totò. Pur riconoscendo che gli Anni ’80 sono un periodo utopico rimpianto dagli italiani, Vanzina afferma che il presente è inevitabile e si riflette sull’emozione dei ricordi, specialmente su Cortina, un luogo che ha un significato speciale per lui. Qui è cresciuto e ha realizzato il film “Vacanze di Natale” nel 1983.

L’autore sostiene che l’abilità degli italiani di affrontare la vita con leggerezza sia un dono, affermando che il popolo italiano sa ridere anche delle proprie disgrazie, rendendoci diversi da altri popoli. Vanzina ha alle spalle oltre 120 film, ma non ha rimpianti, eccetto quello di non avere più il fratello Carlo al suo fianco. Nonostante le sfide, ens mantiene vivo il desiderio di felicità, ritenendola fondamentale. Cita il poeta Jacques Prévert sull’importanza di essere felici per dare l’esempio. Infine, esprime preoccupazione per la perdita delle tradizioni romane, lamentando una crescente globalizzazione che modifica l’autenticità dell’essere romani.

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