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giovedì, 14 Novembre, 2024
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L’inflazione negli Stati Uniti aumenta come previsto

A ottobre, l’inflazione negli Stati Uniti ha mostrato un aumento del 2,6% su base annua, rispetto al 2,4% di settembre, segnando il primo rimbalzo dall’inizio dell’anno. Questo tema è una delle principali preoccupazioni per gli elettori americani e ha avuto un impatto tangibile sulle elezioni, come nel caso di Donald Trump. Su base mensile, i prezzi sono aumentati dello 0,2%, mantenendo così il medesimo incremento rispetto al mese precedente, secondo l’indice CPI del Dipartimento del Lavoro. Le aspettative degli analisti sono state soddisfatte da questo andamento.

L’indice relativo ai prezzi delle abitazioni ha rappresentato oltre la metà dell’aumento mensile. L’inflazione di fondo, che esclude i prezzi di cibo ed energia, è rimasta invariata a ottobre, registrando uno 0,3% su base mensile e un 3,3% su base annua, come previsto. Lael Brainard, consigliere economico capo di Joe Biden, ha commentato che nonostante la ripresa sia stata difficile, sono stati fatti progressi a beneficio delle famiglie. Brainard ha enfatizzato l’impegno a mantenere sotto controllo i costi delle famiglie in settori cruciali come la casa e l’assistenza sanitaria.

L’inflazione è scesa drasticamente dal suo picco del 9,1% registrato nel giugno 2022. Tuttavia, Greg Daco, capo economista di EY, ha sottolineato che le fluttuazioni dell’indice CPI non alterano i fondamentali disinflazionistici. Questo nuovo aumento dell’inflazione complica il compito della Federal Reserve (Fed), che ha cercato di contenere la crescita dei prezzi aumentando i tassi d’interesse. Con l’inflazione in rallentamento, la Fed ha iniziato a allentare la politica monetaria per non ostacolare eccessivamente l’attività economica. Recentemente, ha abbassato i tassi per la seconda volta consecutiva, ora compresi tra il 4,50% e il 4,75%. Gli operatori di mercato prevedono ulteriori riduzioni nella prossima riunione del 17 e 18 dicembre.

Nonostante queste sfide, l’economia americana rimane solida, con una crescita del PIL del 2,8% nel terzo trimestre, superiore a quella della zona euro, e un tasso di disoccupazione basso al 4,1%. Tuttavia, si segnala una creazione di posti di lavoro debole in ottobre, complicata da uragani e scioperi.

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