Paolo De Chiesa, ex campione della ‘Valanga Azzurra’ e commentatore tecnico, ha pubblicato un lungo videomessaggio su Instagram per esprimere la sua opinione riguardo alla tragica morte della giovane sciatrice Matilde Lorenzi, avvenuta il 29 ottobre durante un allenamento in Val Senales. Matilde, 19 anni, è deceduta a seguito di gravi lesioni riportate in una caduta. De Chiesa ha messo in discussione le circostanze dell’incidente, affermando che la situazione è stata trattata con una fretta eccessiva e con testimonianze dubbie, definendo l’ambiente attorno alla tragedia come “omertoso” e caratterizzato da silenzi e mezze verità.
Subito dopo l’incidente, De Chiesa ha manifestato perplessità sulla dinamica che ha portato alla fatalità. Ha osservato che, mentre Matilde era ancora in vita, il gestore degli impianti si è affrettato a escludere qualsiasi responsabilità, affermando che non erano presenti reti di protezione nel punto in cui Matilde è caduta. Tuttavia, De Chiesa ha fatto notare che sulla pista Leo Gurschler, dove gli atleti di Coppa del mondo si allenano, erano presenti reti di sicurezza. Ha espresso scetticismo sull’ipotesi che Matilde si sia gravemente ferita cadendo di faccia sul ghiaccio, affermando che, se ciò fosse vero, lo sci sarebbe un “cimitero a cielo aperto”. De Chiesa ha sottolineato anche l’assenza di un’autopsia che potesse confermare o confutare le ricostruzioni.
Invece, De Chiesa crede che le lesioni possono derivare da un impatto violento contro un ostacolo, suggerendo che Matilde sia caduta vicino a un muretto di neve indurita, creando un effetto “rampa di lancio” e sbalzandola fuori pista con un violento dislivello. Ha descritto l’incidente come un “schianto terrificante”, affermando che ci sono molti lati oscuri e punti interrogativi riguardo alla tragedia. Ha concluso che questo caso solleva molte domande e potenziali carenze nella sicurezza delle piste e nella gestione dell’allenamento per gli atleti.