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sabato, 23 Novembre, 2024
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Il Ministero dell’Economia cede il 15% di MPS per 1,1 miliardi di euro

Il Ministero dell’Economia ha annunciato di aver completato con successo la vendita del 15% del capitale sociale di Banca Monte Paschi di Siena (MPS), per un importo approssimativo di 1,1 miliardi di euro. In un comunicato, il dicastero di Via XX Settembre ha specificato che sono state vendute 188.975.176 azioni ordinarie di MPS attraverso un processo di vendita che ha coinvolto investitori italiani ed esteri. A causa della forte domanda, l’offerta iniziale, fissata al 7%, è stata aumentata fino al 15%, beneficiando anche di un premio del 5% rispetto al prezzo di chiusura corrente del mercato.

Il prezzo di vendita per ogni azione si è stabilito a 5,792 euro, portando a un valore totale di circa 1,1 miliardi di euro. Questa transazione ha comportato una diminuzione della partecipazione dello Stato in MPS, che passerà dal 26,7% all’11,7% del capitale sociale della banca.

MPS, fondata nel 1472, è considerata la banca più antica del mondo. Dal 2017, è controllata dallo Stato italiano dopo che questo ha approvato una ricapitalizzazione precauzionale, autorizzata dalla Commissione Europea, per salvarla dal fallimento. Recentemente, la banca ha intrapreso la vendita di parte delle proprie azioni, e da novembre 2023 ha effettuato tre operazioni di collocamento che hanno generato profitti per circa 2,7 miliardi di euro.

La decisione di ridurre progressivamente la partecipazione statale è parte di un impegno preso con Bruxelles, che prevede di cedere gran parte della partecipazione statale entro la fine del 2024. Questa strategia rappresenta un passo significativo nella stabilizzazione e modernizzazione di MPS, con l’obiettivo di migliorarne le finanze e ridefinirne la struttura di proprietà.

La vendita delle azioni di MPS segna un capitolo importante non solo per l’istituto bancario, ma anche per la politica economica italiana, che cerca di rafforzare la fiducia nel sistema bancario e facilitare l’ingresso di investitori privati. Con questa operazione, il governo italiano evidenzia la volontà di ridurre il proprio coinvolgimento diretto nel settore bancario, promuovendo un’economia più aperta e competitiva.

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