A sei giorni dall’apertura dell’Assemblea nazionale dell’Anci a Torino, che dovrà eleggere il successore di Antonio De Caro, eletto a Bruxelles, la situazione è ferma su due candidati: il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. La segretaria del PD, Elly Schlein, potrebbe avere un ruolo chiave nella soluzione della questione, ma ha fatto sapere che non si occuperà della questione fino dopo le elezioni amministrative in Umbria ed Emilia Romagna, dopo il deludente esito in Liguria.
Gli amministratori locali si interrogano se le poche ore a disposizione di Schlein potrebbero essere sufficienti per trovare un consenso attorno a un candidato. Si parla anche della possibilità di primarie informali tra gli amministratori del PD, in seguito agli appelli del sindaco di Milano, Beppe Sala, a evitare che decisioni importanti vengano prese a Roma. La scelta del candidato potrebbe quindi ricadere su Manfredi per offrire una maggiore unità al campo largo. Manfredi è un esponente del centrosinistra che non ha mai avuto una tessera di partito, il che lo rende un candidato potenzialmente attraente per i sindaci di altri partiti. Tuttavia, nel contesto dell’assemblea, ogni voto conta allo stesso modo, e i sindaci 5 stelle sono molto pochi, il che potrebbe complicare le dinamiche di voto.
Dall’altra parte, c’è Stefano Lo Russo, sindaco di Torino, che potrebbe beneficiare dell’aver scelto il Lingotto come sede dell’Assemblea, un segnale che potrebbe favorirne l’elezione. Seguendo una logica di alternanza tra nord e sud, dopo il sindaco di Bari, sarebbe ora di eleggere un sindaco del nord. Lo Russo è un riformista e ha svolto un ruolo critico nella giunta Appendino. Tuttavia, sarebbe un nome difficile da accettare a Roma. I sindaci del nord potrebbero unire le forze attorno a lui per non perdere una rappresentanza efficace nei negoziati con il governo, aprendosi anche a voti al di fuori dell’asse PD – 5 stelle.
In questo contesto, le incognite delle regionali e le scelte della segretaria del PD pongono interrogativi sul futuro. Qualora i risultati elettorali non fossero favorevoli, l’Anci potrebbe diventare solo un ulteriore problema da affrontare.