La salute del cervello è influenzata da diversi fattori, tra cui il colesterolo, una sostanza lipidica prodotta dal fegato e presente negli alimenti. Sebbene sia vitale per varie funzioni biologiche, un eccesso di colesterolo può portare a problemi come malattie cardiovascolari. Ci sono due tipi principali di colesterolo: l’HDL, “buono”, che rimuove il colesterolo in eccesso, e l’LDL, “cattivo”, che può accumularsi nelle arterie, aumentando il rischio di aterosclerosi.
Recenti studi suggeriscono che oltre ai livelli statici di colesterolo, anche le fluttuazioni nel tempo possono fornire indicazioni sulla salute, in particolare riguardo al cervello. Il colesterolo è fondamentale per il sistema nervoso, poiché contribuisce alla costruzione delle membrane cellulari, alla trasmissione dei segnali neuronali e alla formazione della mielina, che isola le fibre nervose. Tuttavia, fluttuazioni instabili possono avere conseguenze negative. Uno studio presentato all’American Heart Association nel 2024 ha evidenziato che le oscillazioni significative nel colesterolo totale e LDL possono aumentare il rischio di demenza negli anziani.
Lo studio ha analizzato 9.846 partecipanti settantenni, esenti da demenza all’inizio. I ricercatori hanno monitorato annualmente i livelli di colesterolo per tre anni. È emerso che i partecipanti con le maggiori fluttuazioni annuali del colesterolo totale avevano un rischio del 60% maggiore di sviluppare demenza e un rischio del 23% più alto di declino cognitivo. Anche le fluttuazioni del colesterolo LDL erano correlate a un rischio maggiore di demenza del 48% e di declino cognitivo del 27%. Questi risultati indicano che l’instabilità del colesterolo potrebbe essere un segnale precoce di problemi cognitivi, rendendo opportuno un monitoraggio regolare.
Esperti suggeriscono che le fluttuazioni del colesterolo possano riflettere un metabolismo lipidico instabile o infiammazione cronica, fattori che contribuiscono al deterioramento delle cellule cerebrali. Inoltre, le variazioni nei livelli di colesterolo potrebbero compromettere il flusso sanguigno e l’apporto di ossigeno al cervello, fondamentali per la salute cognitiva. I ricercatori propongono di utilizzare la variabilità del colesterolo come biomarcatore per individuare il rischio di demenza. Tuttavia, ulteriori studi sono necessari per determinare se queste fluttuazioni rappresentino un fattore di rischio diretto o un indicatore di altre problematiche.