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domenica, 17 Novembre, 2024
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La Consulta e l’Eliminazione del Referendum

La sentenza della Corte Costituzionale sull’Autonomia, secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio, è equilibrata e condivisibile, anche se sarà necessario analizzarne attentamente le motivazioni. Nordio ritiene che questa decisione possa ritardare, di mesi o anni, un eventuale referendum in merito. Anche se ci sono stati pronunciamenti significativi sulla questione, il ministro ha suggerito che la possibilità di un referendum potrebbe essere compromessa dalla sentenza.

Elly Schlein, segretaria del PD, ha commentato che la Corte ha bocciato l’autonomia differenziata proposta da Calderoli e Meloni, e ha ribadito la necessità di abrogare questa legge. Ha anche rivolto una critica a Salvini, affermando che non serve un’interpretazione costituzionale da parte sua.

Per quanto riguarda le iniziative politiche a seguito della sentenza, Forza Italia ha convocato un incontro per valutare le azioni da intraprendere. Alcuni esponenti hanno sottolineato che occorre rispettare le pronunce della Consulta e trattare il tema dell’Autonomia senza pregiudizi ideologici.

Il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha affermato che l’Autonomia differenziata, introdotta nel 2001 dal centrosinistra, è un’opportunità per il paese. Ha notato che la Consulta ha confermato la legittimità dell’Autonomia, ma ha richiesto modifiche su alcune parti. Zangrillo ha sottolineato l’importanza di intervenire sulle questioni sollevate dalla Corte.

Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali, ha espresso la sua determinazione a seguire le indicazioni della Consulta e ha affermato che, una volta implementate le modifiche richieste, le opposizioni taceranno. Ha descritto la sentenza come una vittoria, sostenendo che su un centinaio di eccezioni, solo sette sono state accolte, dimostrando la conformità della legge Calderoli.

Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, ha sostenuto che il tentativo della sinistra di fermare l’Autonomia è fallito, poiché la Corte ha confermato la legittimità della Legge Calderoli pur richiedendo alcune modifiche. Ha sottolineato che il lavoro con il Ministero per le prime deleghe continua.

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