Il governo italiano ha deciso di attuare un taglio lineare del 2% ai fondi per i giornali, aggiungendo una pressione già pesante sul settore editoriale. Questo provvedimento è parte di un tentativo di risanamento dei conti pubblici, in un contesto in cui il Fondo per il pluralismo e l’innovazione, già ridotto di 60 milioni di euro l’anno scorso, subirà ora una stangata ulteriore, con un sacrificio di almeno 8 milioni di euro previsto. Questo comporterà una riduzione degli stanziamenti a un totale di 160 milioni di euro, rispetto ai 206 milioni del 2024, penalizzando così gravemente le testate cooperative, locali e non profit.
La situazione è aggravata dalla mancanza di una strategia chiara da parte del governo per affrontare la crisi del settore, che rischia di scomparire, specialmente tra il 2030 e il 2032, nella sua versione cartacea. I gruppi parlamentari di Verdi-Sinistra hanno presentato emendamenti alla proposta di bilancio, chiedendo un incremento delle risorse per sostenere le emittenti locali e affrontare la competizione con il 5G. Sono richiesti 50 milioni di euro all’anno dal 2025 al 2027.
Nonostante tentativi di salvaguardare il settore, la mancanza di interventi robusti potrebbe portare a un’ulteriore erosione della stampa. L’articolo richiama l’attenzione sulla fondamentale importanza di una riforma che consideri il panorama informatico attuale. La stampa ha bisogno di una mediamorfosi e di una ri-mediazione efficace per adattarsi e prosperare in questo nuovo contesto. La vittoria degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale rappresenta una minaccia per i contenuti giornalistici di qualità, che devono contrapporsi alla diffusione di notizie false e alla propaganda.
Si sottolinea che senza un’adeguata risposta da parte delle istituzioni, gli sviluppi nel campo dell’AI potrebbero portare a una condizione in cui i giornali, privati del loro ruolo fondamentale, siano sostituiti da contenuti generati da algoritmi. L’importanza della professionalità e dell’integrità giornalistica è evidenziata come antidoto necessario alla deriva dell’informazione. La mancanza di interventi proattivi viene vista come rischiosa, poiché un futuro senza una voce critica non potrà garantire una democrazia sana.