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lunedì, 18 Novembre, 2024
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Riduzione dell’Appetito e Accelerazione del Metabolismo: Scopri il Nuovo Farmaco Anti-Obesità

I trattamenti farmacologici mirati al recettore NK2R potrebbero fornire una soluzione efficace per affrontare l’obesità, contribuendo a diminuire il senso di fame, aumentando il dispendio energetico e migliorando la resistenza all’insulina, senza generare effetti collaterali problematici. Questo ottimistico risultato deriva da uno studio pubblicato nella rivista Nature, condotto da scienziati dell’Università di Copenhagen, sotto la direzione di Zach Gerhart-Hines. Il gruppo di ricerca ha identificato un nuovo candidato terapeutico che potrebbe migliorare le condizioni di milioni di persone che soffrono di obesità e diabete di tipo 2.

Attualmente, le terapie farmacologiche per la gestione del peso si basano sui farmaci che coinvolgono l’ormone incretinico GLP-1. Questi medicinali hanno mostrato benefici significativi, come il miglioramento della funzionalità renale e la diminuzione del rischio di eventi cardiaci, oltre a una possibile protezione contro la neurodegenerazione. Tuttavia, questi farmaci sono spesso interrotti a causa di effetti collaterali indesiderati. I ricercatori propongono un approccio alternativo che non comporta la perdita di massa muscolare o altre conseguenze non previste.

“Nonostante le terapie con GLP-1 abbiano trasformato il trattamento per pazienti affetti da obesità e diabete di tipo 2 – commenta Gerhart-Hines – è fondamentale sviluppare nuove strategie che sfruttino le capacità del corpo di bruciare calorie, mentre si controlla l’appetito”. Gli autori hanno studiato l’effetto dell’attivazione del recettore NK2R, utilizzando modelli murini per identificare il gene tramite screening genetici. I risultati hanno dimostrato che l’attivazione di NK2R non solo aumentava la combustione calorica ma riduceva anche la sensazione di fame, senza provocare nausea.

Studi su primati non umani con diabete di tipo 2 e obesità hanno confermato che l’attivazione di NK2R portava a una riduzione del peso corporeo e a un’inversione del diabete, migliorando la sensibilità all’insulina e riducendo i livelli di colesterolo, trigliceridi e zuccheri nel sangue. “I benefici osservati – afferma Frederike Sass dell’Università di Copenaghen – sono stati stabili sia nei modelli murini sia nei primati. Questo è molto incoraggiante e potrebbe costituire la base per lo sviluppo di nuove terapie farmacologiche più efficaci e tollerabili per chi affronta problemi di peso in tutto il mondo”.]

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