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lunedì, 18 Novembre, 2024
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Calderoli: ‘Rivedremo la legge, poi basta interruzioni’

Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali, intervistato da Repubblica, discute la legge sull’autonomia differenziata, che è stata oggetto di scrutinio da parte della Corte Costituzionale. Calderoli sottolinea di aver “arato un campo incolto” e accoglie i suggerimenti della Consulta, pur affermando che gli oppositori non devono più creare problemi. Riferendosi alla richiesta di esame della legge da parte dell’opposizione, afferma che, se si seguiranno le indicazioni costituzionali, non ci saranno ulteriori contestazioni. Calderoli ricorda il caso del Porcellum, dichiarato incostituzionale, e assicura che non si fermarà nel procedere con l’autonomia, rispettando i giudici e le loro prescrizioni.

Il ministro respinge l’idea di aver assunto negativamente il pronunciamento della Corte, affermando di avere massimo rispetto per i giudici. Anche se preferirebbe un risultato completamente positivo, esprime umiltà per il lavoro svolto in un “territorio sconosciuto”. Sottolinea che, nonostante i tentativi falliti di altri politici, è riuscito a far approvare una legge sull’autonomia in Parlamento, avendo necessità di implementare correzioni sulla base della Consulta.

Calderoli chiarisce che rispetto alle censure della Corte, ha utilizzato prassi consolidate in precedenza e si è mosso in un contesto complesso. Define “sciocco” affermare che dell’autonomia sia rimasto solo lo scheletro, ribadendo che la sua legge consta di undici articoli e quarantacinque commi. Sottolinea che le Regioni di centrosinistra contestano gran parte del provvedimento, ma la Corte ha rilevato solo sette motivi di incostituzionalità su sessanta. Pertanto, l’impianto della legge ha retto, secondo il ministro.

In merito ai Lep, Calderoli prevede di presentare una legge delega apposita e accenna a modifiche da apportare. Si dice fiducioso di completare il lavoro entro la fine del 2025. Riguardo al referendum, afferma di non aver mai creduto nella sua necessità e riafferma che l’autonomia è solidale, senza intenzione di dividere il paese. Conclude affermando che tra autonomia e premierato non c’è competizione, poiché i due percorsi resteranno separati.

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