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lunedì, 18 Novembre, 2024
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Infezioni Resistenti: 12.000 Vite Perse Annualmente

L’Italia si colloca all’ultimo posto in Europa per i decessi causati da batteri resistenti agli antimicrobici, con circa 12.000 morti all’anno a causa di infezioni ospedaliere, che rappresentano un terzo dei decessi complessivi in ospedale. Nel biennio 2022-2023, 430.000 pazienti ricoverati hanno contratto infezioni durante la degenza, pari all’8,2% del totale, rispetto a una media Ue del 6,5%. Solo il Portogallo ha una percentuale più alta con l’8,9%, ma ha una popolazione più giovane, meno suscettibile. L’uso degli antibiotici in Italia è preoccupante: il 44,7% dei degenti riceve antibiotici, contro una media europea del 33,7%, contribuendo alla nascita di superbatteri.

Tra i microbi più pericolosi ci sono la Klebsiella, lo Pseudomonas e l’Escherichia coli, che possono avere tassi di mortalità molto elevati. Nel 2023, il consumo di antibiotici è aumentato del 6,4% rispetto all’anno precedente, con quasi 4 italiani su 10 che hanno ricevuto almeno una prescrizione. Si osserva un consumo maggiore al Sud, dove il 44,8% della popolazione ha assunto antibiotici, contro il 30,9% del Nord. Questo squilibrio solleva interrogativi sull’appropriatezza delle prescrizioni.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha identificato la diffusione dei batteri resistenti come una grave emergenza sanitaria, con il rischio di oltre 39 milioni di morti entro il 2050. In Italia, preoccupa la ripresa del consumo di antibiotici, che mostra un costante aumento negli ultimi 10 anni, in particolare per gli antibatterici utilizzati in ospedale.

L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha sottolineato l’importanza di migliorare la sorveglianza delle infezioni nosocomiali, per rispondere adeguatamente a queste problematiche. L’uso di antibiotici cresce con l’età, raggiungendo il 60% tra gli over 85 e con un alto consumo nella fascia pediatrici di 2-5 anni, dove il 40% dei bambini ha ricevuto prescrizioni. I rimborsi del Servizio Sanitario Nazionale coprono quasi il 90% degli antibiotici, principalmente penicilline e macrolidi. La situazione richiede interventi strategici per contrastare la crescente resistenza agli antibiotici e migliorare la salute pubblica.

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