Il ministro della giustizia Carlo Nordio ha espresso la sua volontà di promuovere un dialogo aperto e costruttivo con la magistratura, alla quale sente di appartenere. Ha dichiarato che non ci sono magistrati sgraditi e che auspica lo stesso rispetto da parte dei giudici nei confronti dei politici. Nordio ha risposto alle preoccupazioni dell’Associazione Nazionale dei Magistrati (Anm) riguardo presunti attacchi mirati a subordinare i giudici alla politica, affermando di non comprendere questa convinzione e chiedendo argomentazioni logiche piuttosto che slogan superficiali.
In merito alla questione della separazione delle carriere, Nordio ha sottolineato che questa pratica è presente in tutti i Paesi democratici che, come l’Italia, hanno adottato il codice accusatorio. Ha citato come esempio la reazione di britannici e americani, che ridono della percezione che una tale separazione possa compromettere l’indipendenza del giudice. Il ministro ha anche richiamato le parole del presidente Mattarella, che ha più volte discusso i limiti del “protagonismo” dei giudici, affermando che la loro partecipazione alla vita pubblica deve avere confini ben definiti.
Sulla questione della libertà di espressione dei magistrati, Nordio ha affermato che, sebbene i giudici possano esprimere le loro opinioni, devono mantenere un atteggiamento di imparzialità verso i cittadini. Ha indicato che, se un giudice etichetta il presidente del Consiglio come “pericoloso”, questo compromette la credibilità di entrambe le parti coinvolte.
Conclusivamente, il ministro ha chiarito l’importanza di un approccio equilibrato e rispettoso tra magistratura e politica, evidenziando che entrambe le istituzioni devono lavorare insieme per garantire un sistema giuridico equo e indipendente. La sua posizione riflette un impegno verso un dialogo responsabile e una critica costruttiva all’interno della società, promuovendo la collaborazione tra le diverse branche dello Stato per il bene comune.