Appuntamento a Parigi il 21 e 22 novembre per il sesto Business Forum Trilaterale, organizzato dal Medef, con la partecipazione dei leader aziendali e dei ministri dei tre principali paesi manifatturieri europei: Germania, Francia e Italia. I rappresentanti italiani includono il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro al Made in Italy Adolfo Urso. Attesi anche alti funzionari come Michel Barnier, Roberta Metsola, il vice cancelliere tedesco Robert Habeck, e il ministro francese Antoine Armand. Questo forum rappresenta un’importante occasione di dialogo, ancora più cruciale alla luce dell’accordo raggiunto sull’Europarlamento e dell’elezione di Donald Trump.
Il Medef punta a rendere il forum un successo, specialmente dopo la creazione del “Fronte economico” da parte della Confindustria francese, composto da dirigenti e think tank, che mira a proporre politiche economiche business-friendly e a richiamare alla razionalità nel dibattito economico. Al centro degli interventi ci sarà la “road-map” per aumentare la competitività europea, essenziale per affrontare le sfide globali e rilanciare l’economia del continente. Mario Draghi ha sottolineato che il tempo per agire è scaduto, e l’elezione di Trump deve fungere da stimolo affinché l’Europa risponda alle sue storiche debolezze.
Un ulteriore evento cruciale si avvicina: il Consiglio Competitività del 28 novembre, dove i ministri discuteranno il futuro della competitività europea, basandosi sul rapporto di Draghi. La posta in gioco è alta per l’industria europea, in particolare per l’automotive, con rischi di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti che colpirebbero duramente Italia e Germania. Inoltre, alcuni strumenti del pacchetto Fit for 55, necessari per ridurre le emissioni di carbonio, potrebbero minacciare la sopravvivenza di interi settori.
I dati mostrano una crescita sorprendentemente dispari tra USA e UE: nel 2010 i PIL erano equivalenti, mentre oggi quello europeo rappresenta solo il 65% di quello statunitense. L’Europa ha perso terreno in termini di competitività e quota nel commercio globale a vantaggio di Cina, India e Stati Uniti. Il Business Forum di Parigi sottolineerà quindi l’urgenza di una “wake-up call” per l’Europa.