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giovedì, 21 Novembre, 2024
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Due Indagati Ricevono Compensi dalla Intelligence Russa per Mappare Roma e Milano

Due imprenditori brianzoli, di 34 e 60 anni, sono accusati dalla Procura di Milano di aver collaborato con l’intelligence russa per mappare i sistemi di videosorveglianza di Roma e Milano, ricevendo compensi in criptovalute da 2.000 a 10.000 euro per ogni incarico. L’inchiesta, condotta dal ROS dei carabinieri, ha rivelato che i due indagati si erano proposti di fornire informazioni sensibili ai servizi russi. Il pm Eugenio Fusco ha emesso un avviso di conclusione delle indagini per il reato di ‘corruzione del cittadino da parte dello straniero’, aggravato per finalità di terrorismo.

Le indagini, iniziate nell’aprile 2024, hanno coinvolto anche la Sezione Criptovalute del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria di Roma. È emerso che i due imprenditori avevano avuto contatti con soggetti russi attraverso Telegram, ricevendo richieste di reperire documentazione classificata, foto di installazioni militari e informazioni su esperti di droni e sicurezza elettronica. Le perquisizioni hanno rivelato l’interesse dell’intelligence russa nella mappatura dei sistemi di videosorveglianza, in particolare per le ‘zone grige’, aree non coperte dalle telecamere.

In aggiunta, gli indagati avevano proposto a cooperative di taxi di Milano di installare gratuitamente dash cam, con l’intento di gestire i dati raccolti per conto dell’intelligence russa, senza informare i tassisti. I due, con competenze tecnologiche, avrebbero anche condotto attività di ‘dossieraggio’ su imprenditori e persone fisiche, così come su luoghi strategici come caserme e monumenti, rispondendo a richieste specifiche degli agenti russi per il controllo del territorio.

Dalle intercettazioni è emerso che i due imprenditori nutrivano un forte orientamento filorusso, ostile all’Ucraina e ai Paesi occidentali. Le richieste da parte dei servizi russi variavano da dati di alta importanza a richieste più semplici, a volte considerate come test. Non è certo se la ‘mappatura’ di Roma e Milano sia stata effettivamente realizzata o quali fossero gli obiettivi finali, ma il contesto delle indagini evidenzia un chiaro intento di spionaggio e attenzione su infrastrutture strategiche.

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