Il titolo della due giorni conclusiva del “processo costituente” del Movimento 5 stelle è “Nova”. La manifestazione si svolge al Palazzo dei Congressi dell’Eur a Roma, il 23 e 24 novembre, e prevede la partecipazione di oltre tremila persone. Gli eventi includono tavole rotonde tematiche e ospiti di rilievo, tra cui economisti come Joseph Stigliz, Luigi Zingales e Jeffrey Sachs, e giuristi come Michele Ainis e Massimo Villone. Tra i temi in discussione ci sono le alleanze politiche, il vincolo dei due mandati elettivi e il rinnovamento delle strutture interne, con aspirazioni a dichiarare ufficialmente il carattere “progressista” del Movimento.
Giuseppe Conte rappresenta la linea “progressista” del M5S e ha ottenuto sostegno da figure chiave del partito come Roberto Fico, che sostiene l’importanza di superare il limite dei due mandati per migliorare la competitività territoriale. Fico ha anche manifestato cautela riguardo al possibile cambiamento di nome e simbolo del Movimento, sebbene Conte resti neutrale su questo tema.
Un’importante presenza sarà quella di Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna, che ha sottolineato l’esigenza del Movimento di “uscire dalla pubertà” e stabilire alleanze concrete con i progressisti, in particolare con il PD. Si segnala, inoltre, l’invito a Sahra Wagenknecht, leader del partito BSW tedesco, una provocazione per possibili alleanze future.
La presenza di Beppe Grillo all’evento è incerta, alimentando interrogativi sul futuro del Movimento, attualmente diviso tra le fazioni pro Conte e pro Grillo. I recenti sviluppi hanno visto una polarizzazione all’interno del Movimento, con i sostenitori di Conte che occupano posizioni di rilievo e quelli di Grillo che si ritirano sempre più. Contemporaneamente, ci sono voci critiche sulla credibilità del voto online che determina i risultati dell’assemblea costituente.
Nonostante le differenze interne, Conte continua a ricoprire un ruolo centrale, aprendo e chiudendo la manifestazione. L’atmosfera è di attesa, con dichiarazioni di membri del Movimento che suggeriscono che la scissione possa essere preferibile a una lotta interna senza riscontri. Il dibattito continua a svilupparsi in un contesto di tensioni e ambizioni politiche che potrebbero influenzare seriamente il futuro del Movimento 5 stelle.