Il gruppo Ecr di Meloni, secondo l’eurodeputato del Partito Democratico Nicola Zingaretti, non crede nell’integrazione europea e guarda piuttosto a una collaborazione tra Stati, un approccio considerato inadeguato per affrontare le sfide future e contrario agli interessi dell’Italia. Zingaretti critica Meloni per aver utilizzato il prestigio dell’Italia, essendo un Paese fondatore dell’Unione Europea, a suo favore senza realmente servire il Paese. La contraddizione del voto contro Von der Leyen, seguito dalla rivendicazione della sua condirezione, è evidenziata come un segnale di incoerenza. Zingaretti si oppone alla direzione imboccata dalla destra sovranista, temendo un arretramento dei valori europei.
Sottolinea che la situazione attuale potrebbe portare a una mancanza di una maggioranza stabile e definita, a causa delle tattiche politiche di Weber, che rendono l’Europa vulnerabile a influenze nazionaliste. Questa è la ragione della sua continua battaglia per preservare e avanzare le conquiste europee, con l’impegno di costruire un’Europa più forte e più umana. Afferma che mai prima d’ora i nazionalisti hanno avuto così tanti seggi al Parlamento e così tanti governi di destra.
Zingaretti esprime il timore che dopo la presidenza Trump, l’Europa possa essere messa in discussione. Critica il Ppe per aver tradito la sua tradizione europeista e per aver lasciato il Partito Democratico isolato nella difesa dei principi europei. Auspica che i colleghi di Forza Italia possano esercitare la loro influenza in questo contesto, come sembrano aver fatto recentemente. La sua posizione è chiara: è fondamentale resistere alle spinte nazionaliste e lavorare per un futuro europeo più coeso e solidale, ribadendo l’importanza di una visione unitaria dell’Europa contro le divisioni nazionali.