Nel 2019, dopo l’annuncio di delocalizzazione in Armenia della Ceramisia, gli operai di Città di Castello si sono trovati di fronte alla perdita del lavoro. Invece di arrendersi, hanno scelto di investire nel loro futuro e in quello del territorio formando una cooperativa chiamata ‘Ceramica Noi’. Hanno utilizzato il loro trattamento di fine rapporto e l’indennità Naspi per acquistare i macchinari della vecchia proprietà e affittare un capannone, continuando così la produzione di ceramica artigianale di lusso. Undici artigiani sono riusciti a rilanciare l’attività, riconquistando e ampliando la clientela in pochi mesi. Oggi, Ceramica Noi è cresciuta fino a impiegare 24 lavoratori, tra cui 13 soci, servendo clienti in quattro continenti.
Nonostante la difficile situazione iniziale, il supporto di Legacoop Umbria e l’impegno dei dipendenti hanno permesso di superare le avversità. Dopo cinque anni, la cooperativa si prepara a un nuovo passo, acquistando una sede propria e investendo in macchinari sostenibili. Tuttavia, la strada non è stata facile: la pandemia, a soli sei mesi dall’apertura, e la successiva crisi energetica hanno rappresentato grandi sfide. Nonostante ciò, la cooperativa ha mantenuto la resilienza, ricevendo persino riconoscimenti da Ursula Von Der Leyen per la sua capacità di adattamento agli orari di lavoro per risparmiare energia.
Il presidente di Ceramica Noi, Marco Brozzi, ricorda il giorno in cui comunicò ai dipendenti la delocalizzazione con emozione, descrivendo il percorso “dalla chiusura al successo” come motivo di orgoglio. Lorenzo Giornelli, responsabile marketing, racconta delle difficoltà e delle derisioni iniziali, ma oggi celebra i successi della cooperativa. Il loro slogan, “Tutti per uno, un sogno per tutti”, è stato stampato anche sulla loro pelle, simbolo della loro determinazione e del lavoro di squadra. Dopo cinque anni, i membri della cooperativa sono uniti nel realizzare il loro sogno, rappresentato dal numero cinque, simbolo di apertura e unità.
