L’anno scorso è stato uno dei peggiori cinque dal 2000 per gli incendi boschivi nell’area EMEA, secondo il rapporto del Centro Comune di Ricerca (JRC) della Commissione Europea. Nel 2023, la regione ha subito “mega incendi” difficili da controllare, come quello vicino ad Alexandroupolis in Grecia, il più grande mai registrato nell’UE dal 2000. Gli incendi hanno causato almeno 41 morti, evidenziando i danni alle vite umane e ai beni. Il rapporto sottolinea che gli incendi senza precedenti degli ultimi quattro anni evidenziano gli effetti del cambiamento climatico, che sta aumentando le aree colpite e l’intensità degli incendi, estendendo la stagione oltre l’estate tradizionale e colpendo regioni solitamente non interessate.
Fortunatamente, la stagione degli incendi boschivi del 2024 è stata meno grave nell’UE, con aree bruciate al di sotto della media degli ultimi due decenni, grazie a piogge intermittenti in primavera e estate. Tuttavia, a settembre, diversi incendi sono scoppiati contemporaneamente in Portogallo, superando i danni medi. Nonostante ciò, il 2024 può essere considerato meno grave poiché segna un calo dei danni dopo tre anni di incendi devastanti. È importante notare che circa il 96% degli incendi nell’UE è causato da azioni umane, sottolineando l’importanza di campagne di istruzione e sensibilizzazione come parte della soluzione.
Con il deteriorarsi della crisi climatica, è essenziale che la popolazione europea si prepari a incendi boschivi più frequenti e intensi. Le misure di prevenzione devono riguardare tutti i settori della popolazione, incluse le comunità rurali che vivono a stretto contatto con le aree naturali. Gli incendi boschivi rappresentano una minaccia crescente, e una risposta adeguata è necessaria per mitigare i rischi e proteggere vite e beni.