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martedì, 26 Novembre, 2024
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In Sudan, un ferito su sei nella guerra civile ha meno di 15 anni

La guerra civile in Sudan continua a causare un elevato numero di vittime, con molti morti che potrebbero essere sottostimati. Tra aprile 2023 e giugno 2024, oltre 61.000 persone sono decedute nella regione di Khartoum, con un incremento del 50% rispetto alla media pre-conflitto, secondo un rapporto della London School of Hygiene & Tropical Medicine. Si stima che circa 26.000 di queste morti siano direttamente attribuibili al conflitto in questa regione, cifra che supera le 20.000 vittime segnalate da alcune ONG per l’intero Sudan nello stesso periodo.

Le statistiche rivelano una situazione drammatica, specialmente per i minori. Secondo i dati di Medici senza Frontiere, un ferito su sei curato al Bashair Teaching Hospital di Khartoum ha meno di 15 anni. Questi bambini sono principalmente vittime di ferite da arma da fuoco o di esplosioni. Nel 2024, l’ospedale ha trattato 4.214 pazienti per ferite legate alla violenza, di cui 314 erano bambini sotto i 15 anni.

Le testimonianze di questi episodi sono strazianti. Un caso significativo riguarda Riyad, un bambino di 18 mesi che è stato colpito da un proiettile vagante mentre dormiva a casa. Nonostante i medici siano riusciti a fermare l’emorragia, il piccolo è stato dimesso con un proiettile ancora conficcato nel petto. Queste storie evidenziano l’orribile impatto del conflitto sui più vulnerabili, come i bambini, che pagano un prezzo inaccettabile in una guerra che continua a essere trascurata dall’opinione pubblica globale.

In sintesi, la guerra civile in Sudan è una tragedia profonda che ha causato un numero elevato di morti, con una particolare enfasi sulle vittime infantili. Il dramma quotidiano di bambini feriti e uccisi rivela la gravità della crisi e la necessità di un’attenzione urgente da parte della comunità internazionale per affrontare le conseguenze devastanti di questo conflitto. Il quadro complessivo della situazione è desolante e richiede sforzi concertati per mitigare la sofferenza della popolazione sudanese e garantire un futuro più sicuro per i minori coinvolti.

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