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giovedì, 28 Novembre, 2024
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La predisposizione al consumo di alcol si sviluppa prima della nascita

“Fammene un altro, grazie”. Ordinare un ulteriore bicchiere di birra non è necessariamente legato a particolari tratti della personalità, ma potrebbe derivare da una predisposizione naturale. Uno studio condotto dagli scienziati della Swansea University suggerisce che questa inclinazione al consumo di alcol si sviluppi prima della nascita. I ricercatori hanno utilizzato come metro di misura la lunghezza delle dita e il livello di testosterone di 258 partecipanti, 89 uomini e 169 donne, ai quali sono state chieste informazioni sulle proprie abitudini alcoliche.

Il confronto tra le risposte e il parametro della lunghezza delle dita è stato particolarmente significativo. La lunghezza delle dita misura l’esposizione prenatale al testosterone, suggerendo che una maggiore esposizione si traduce in un maggiore consumo di alcol da adulti. John Manning, professore di biologia evolutiva e autore dello studio, ha sottolineato l’importanza di comprendere le ragioni delle variazioni nel consumo di alcol tra individui, ipotizzando che queste differenze possano essere stabilite prima della nascita.

Il metodo impiegato da Manning è basato sul rapporto tra le lunghezze del secondo e del quarto dito (2D:4D), controverso in quanto biomarcatore. Secondo la sua teoria, un anulare più lungo rispetto all’indice indica una maggiore esposizione prenatale al testosterone, mentre un indice più lungo suggerisce un livello più alto di estrogeni. All’interno di ogni individuo convivono diversi livelli di questi ormoni.

Nel suo studio, Manning ha notato che coloro che più frequentemente consumano alcol presentano un anulare più lungo dell’indice, rivelando una maggiore esposizione al testosterone nell’utero. Ha ipotizzato che livelli elevati di testosterone possano aumentare la tolleranza all’alcol, portando a un maggior consumo. Tuttavia, sono necessari ulteriori approfondimenti per confermare la relazione causale tra testosterone e consumo di alcol, poiché il metodo di misurazione potrebbe risultare troppo generico e poco preciso.

In passato, il rapporto 2D:4D è stato utilizzato anche per altri parametri, come il reddito delle madri dei bambini coinvolti. Questo studio, pubblicato sull’American Journal Of Human Biology, offre nuove prospettive sull’origine del consumo di alcol e il suo legame con fattori biologici sviluppati durante la gravidanza.

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