I mercati sono in movimento contrastato in attesa della chiusura delle borse statunitensi per il Giorno del Ringraziamento. L’indice PCE, fondamentale per la Fed, ha evidenziato un’inflazione americana ancora robusta, con un aumento annuale del 2,3% a ottobre, superiore al target del 2%. Anche il PCE ‘core’ ha registrato un incremento, suggerendo che la crescita economica negli Stati Uniti rimane sostenuta, sebbene i progressi nella riduzione dell’inflazione sembrino stagnare. Dopo la pubblicazione dei dati, gli investitori hanno aumentato le aspettative per un possibile taglio dei tassi da parte della Fed a dicembre, sebbene ci siano incertezze riguardo alle politiche future, specialmente in relazione all’impatto delle decisioni economiche di Donald Trump.
In Asia, i mercati mostrano risultati misti: Tokyo in rialzo mentre Seul resta stabile, malgrado un inatteso taglio dei tassi della banca centrale sudcoreana. Le borse cinesi, invece, sono in calo, influenzate dalle recenti minacce di Trump su ulteriori dazi commerciali, cosa che potrebbe riaccendere tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti. Nel frattempo, a Hong Kong, le azioni delle società tecnologiche subiscono una flessione, con un significativo ribasso di gruppi come Byd e Trip.com.
Il dollaro statunitense si attesta sotto quota 107, mentre lo yen mostra buone performance. Il won sudcoreano scende dopo il taglio dei tassi, e l’euro torna sopra 1,05 dollari, grazie a commenti della Banca centrale europea che escludono ulteriori ribassi dei tassi. Il rublo continua a perdere valore, raggiungendo minimi storici da marzo 2022.
Il peso messicano crolla quasi dello 0,8% in risposta alle possibili politiche tariffarie di Trump, con potenziali conseguenze significative sul mercato del lavoro statunitense. A Wall Street, i future cercano di rimbalzare dopo ieri, quando i principali indici hanno chiuso in calo, influenzati dalle azioni tecnologiche. Nvidia e Microsoft hanno subito perdite, mentre Dell e Hp hanno visto diminuzioni drastiche in seguito a risultati finanziari deludenti. I rendimenti dei Treasury sono scesi, contribuendo a un temporaneo recupero dell’euro. Infine, gli investitori stanno tenendo d’occhio la crescita economica negli Stati Uniti e i sussidi di disoccupazione, che mostrano una diminuzione.