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Parkinson: Nuove Speranze nella Cura con Trapianti di Neuroni da Staminali Umane

Neuroni derivati da cellule staminali embrionali umane sono stati impiantati per la prima volta nel cervello di pazienti affetti da Parkinson, una svolta importante nella medicina rigenerativa. Questo traguardo, ottenuto dopo 16 anni di ricerca guidata dall’Università degli Studi di Milano e supportata da consorzi europei finanziati dall’Unione Europea, ha avuto come protagonista il Laboratorio di Biologia delle Cellule Staminali e Farmacologia delle Malattie Neurodegenerative. La clinica è iniziata nel febbraio 2023 in Svezia e Regno Unito, coinvolgendo otto pazienti, con l’obiettivo di testare la sicurezza e l’efficacia del trapianto di neuroni progettati per sostituire quelli danneggiati dalla progressiva perdita di dopamina causata dalla malattia.

Elena Cattaneo, direttrice dell’iniziativa, ha evidenziato l’importanza della collaborazione internazionale nel raggiungimento di questo risultato, sottolineando il valore di uno spazio di ricerca comune in Europa. Il percorso per arrivare a questa fase clinica includeva vari consorzi di ricerca, iniziati nel 2008 e culminati con la prima sperimentazione sull’uomo dopo gli incoraggianti esiti preclinici su modelli animali.

I neuroni impiantati hanno il compito di ripristinare la produzione di dopamina e migliorare la qualità della vita degli utenti, riducendo la necessità di farmaci. Marina Brambilla, rettrice dell’Università di Milano, ha descritto questa ricerca come un modello di collaborazione interdisciplinare.

La complessa questione della produzione di cellule staminali embrionali in Italia, limitata da leggi restrittive, è un ostacolo alla ricerca, e il dibattito su come superarlo continua. L’eccellenza della ricerca europea è sostenuta da contributi di istituzioni come l’Università di Lund e Cambridge, evidenziando come la sinergia tra accademia e industria sia fondamentale per trasformare le innovazioni scientifiche in terapie pratiche.

Se la sperimentazione si dimostrerà efficace, ci saranno possibilità di applicare questa tecnologia a malattie neurodegenerative aggiuntive, come l’Huntington. Nonostante le sfide, la terapia con cellule staminali rappresenta una nuova speranza e un potenziale per riparare il cervello, suggerendo una futura rivoluzione nei trattamenti per diverse patologie neurodegenerative. Roger Barker dell’Università di Cambridge ha espresso l’auspicio che questi sforzi possano avviare una nuova era nella medicina, affrontando malattie precedentemente ritenute incurabili.

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