Federico Palmaroli, in arte ‘Osho’, ha approfittato della presentazione del suo ultimo libro ‘Nun fate caso ar disordine’ per chiarire il suo ruolo nella mostra sul futurismo, di cui è stato accusato da ‘Report’. Palmaroli ha descritto il servizio come un grande equivoco, spiegando che la sua coinvolgimento nella mostra, inaugurata il 3 dicembre, è stato di natura consulenziale e senza compensi. Ha ricevuto richieste per suggerire modi innovativi di presentare il futurismo, ma ha insistito che non ha ricevuto alcun compenso e che la sua partecipazione è guidata esclusivamente dalla passione per l’arte.
Durante la presentazione a Roma, Palmaroli ha commentato il suo lavoro di satira, sottolineando che sebbene ci sia sempre una certa influenza politica nelle opere satiriche, il pregiudizio persiste contro chi fa satira da una prospettiva di destra. Ha notato che la satira è considerata generalmente di sinistra e che diventa problematica per la destra quando è al governo. Ha citato episodi in cui i colleghi satirici, che operano da una posizione di sinistra, non sono sottoposti alle stesse pressioni, evidenziando una disparità nel trattamento.
Palmaroli ha riso sulla mancanza di satira a sinistra su figure come Elly Schlein o Aboubakar Soumahoro, riflettendo su come questa disparità influenzi il panorama satirico attuale. Tra le sue vignette, si è divertito a trattare vari temi dalla politica italiana a quella internazionale, dall sport al Vaticano. Ha evocato pochi momenti di comicità, come la battuta tra Sinner e Djokovic a Sanremo e un incontro tra il Presidente Mattarella e il velocista Marc Jacobs.
Tommaso Cerno, direttore del ‘Tempo’, ha descritto ‘Osho’ come un intellettuale e un grande satirico che sfida le convenzioni riportando contro sterile retorica di sinistra. Secondo Cerno, la satira di oggi è vitale proprio grazie alla presenza di Osho, il quale dimostra che il panorama culturale italiano non è dominato unicamente dalla sinistra. La sfrontatezza di Palmaroli nella sua arte e nel suo commento sociale mette in discussione la narrazione prevalente sulla satira e il suo ruolo in un contesto socio-politico sempre più polarizzato.