Il Senato ha approvato il decreto fiscale, con 100 voti favorevoli, 46 contrari e un astenuto, confermando la fiducia al governo. Il decreto, che si collega alla Legge di Bilancio, presenta modifiche significative, tra cui la riapertura dei termini per il concordato preventivo biennale e l’ampliamento della platea per il Bonus Natale. Ora il provvedimento passa alla Camera dei deputati, dove si svolgerà un dibattito previsto per martedì 3 dicembre, e il governo ha annunciato di porre fiducia anche in questa sede.
Una delle misure chiave riguarda la riapertura dei termini per il concordato preventivo, che consente alle aziende di regolarizzare la propria posizione fiscale. Il termine per aderire scadrà il 12 dicembre, mantenendo inalterate le condizioni delle edizioni precedenti. Le nuove disposizioni permettono anche la partecipazione di società con modifiche nell’assetto proprietario, a condizione che il numero di soci non sia aumentato. Inoltre, è stato esteso il ravvedimento, facilitando ulteriormente la regolarizzazione fiscale.
Il decreto prevede anche un rinvio per le partite IVA riguardanti il secondo acconto delle imposte sui redditi, originariamente previsto per il 2 dicembre. Le partite IVA con ricavi fino a 170 mila euro potranno effettuare il pagamento entro il 16 gennaio 2024, con la possibilità di rateizzazione in cinque tranche mensili fino al 16 maggio.
Un’altra novità consiste nell’ampliamento della platea per il Bonus Natale, un’agevolazione di 100 euro erogata insieme alla tredicesima, destinata anche ai lavoratori dipendenti con almeno un figlio a carico, inclusi i single. Questa misura interesserà oltre due milioni di lavoratori con reddito annuale fino a 28 mila euro, fornendo un sostegno concreto alle famiglie a basso reddito durante le festività.
In merito al finanziamento dei partiti, nonostante il parere contrario del Quirinale, il decreto include una modifica che prevede un aumento della dote per il 2024 di 4,6 milioni di euro, arrivando a circa 30 milioni, per soddisfare la crescente richiesta di contribuzioni.
Infine, il decreto introduce modifiche al meccanismo del payback farmaceutico, che prevede che le aziende farmaceutiche contribuiscano alla copertura degli sforamenti della spesa. L’Aifa dovrà considerare non solo il numero di abitanti, ma anche l’entità degli sforamenti per stabilire gli importi dovuti.