A dicembre scatta il Bonus Natale, un’indennità di 100 euro erogata ai lavoratori dipendenti insieme alla tredicesima. La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha elencato le condizioni per l’accesso al bonus. Per avere diritto, il lavoratore deve avere un reddito complessivo non superiore a 28mila euro, almeno un figlio a carico e l’imposta lorda sui redditi da lavoro dipendente deve superare le detrazioni. Il limite della no tax area per il 2024 è fissato a 8.500 euro.
Il reddito complessivo è calcolato al netto dell’abitazione principale e sulle entrate soggette a imposta sostitutiva. Il bonus non varia in base ai giorni lavorati; si considera il periodo di attività lavorativa e i giorni per i quali si hanno diritti sulle detrazioni. I lavoratori che pensano di avere i requisiti devono fare richiesta formale al datore di lavoro, includendo i dati fiscali necessari.
Il datore di lavoro, ricevuta la richiesta, è tenuto a erogare il bonus, mentre i lavoratori con precedenti rapporti di lavoro devono comunicare i propri dati reddituali. Se un lavoratore riceve il bonus senza averne diritto, dovrà restituirlo nella dichiarazione dei redditi; in caso contrario, può richiederlo.
In caso di contratti part-time, il bonus non è proporzionato se il lavoratore ha diritto alle detrazioni, ma viene calcolato su base proporzionale solo se ci sono meno detrazioni per il periodo. Se ci sono più rapporti di lavoro, il bonus può essere richiesto solo una volta. Anche i lavoratori domestici possono richiedere il bonus, riportandolo nella dichiarazione.
Il bonus spetta anche se entrambi i coniugi hanno figli a carico, ma solo uno può presentare la richiesta. I redditi derivanti da affitti sono considerati nel limite di 28mila euro, mentre importi esenti da tassazione non vengono inclusi. I lavoratori dipendenti con partita IVA devono includere anche questi redditi nel calcolo.
Se un lavoratore riceve illegittimamente il bonus, l’Agenzia delle Entrate può recuperarlo con sanzioni. Gli operai edili e i lavoratori domestici sono inclusi nella misura. Infine, il reddito dell’abitazione principale non conta verso i 28mila euro, e il datore di lavoro non ha responsabilità se ha erogato l’indennità basandosi sulle informazioni fornite dal lavoratore.