I ribelli armati siriani hanno affermato di essere entrati ad Aleppo, la seconda città più grande della Siria, per la prima volta dal 2016, anno in cui le forze governative l’hanno riconquistata. Un comunicato della coalizione ribelle recentemente formata, nota come “Comando delle operazioni militari”, ha confermato l’inizio dell’ingresso delle loro forze nella città. In precedenza, veniva riferito che i ribelli avevano preso il controllo del Centro di ricerca scientifica militare del governo siriano situato alla periferia di Aleppo, dopo intensi scontri con le forze governative e milizie iraniane.
Hayat Tahrir al-Sham (HTS) e le fazioni alleate hanno annunciato di essere riusciti a entrare nelle periferie dei quartieri di Al-Hamdaniya e Nuova Aleppo, secondo quanto indicato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani. L’esercito siriano ha risposto dichiarando di stare respingendo questa offensiva, affermando che le proprie forze continuano a difendere le posizioni e hanno ripreso il controllo di alcune aree strategiche.
I report mostrano video in cui i ribelli distruggono immagini di Bashar al-Assad, il presidente siriano. Un capo milizia delle forze jihadiste filo-turche ha anche fatto un appello agli abitanti di Aleppo, invitandoli a non avere paura: “Siamo fratelli, non abbiate paura”, ha dichiarato, cercando di rassicurare la popolazione traumatizzata dalla guerra.
Diversi video pubblicati sui social media mostrano i miliziani che entrano nella città e cercano di tranquillizzare gli abitanti, molti dei quali sono rimasti terrorizzati nei loro rifugi. La situazione ad Aleppo e nei suoi dintorni rimane incerta, con scontri violenti che continuano a sorgere mentre le forze ribelli e governative si affrontano in un conflitto che ha già devastato la regione.
Il riaccendersi delle ostilità indica un possibile peggioramento della situazione già critica in Siria, dove conflitti di lungo corso hanno portato alla frattura sociale e alla crisi umanitaria. A questo punto, la stabilità ad Aleppo sembra essere lontana, con gli sviluppi futuri che potrebbero avere un impatto significativo sull’intera dinamica del conflitto siriano.