La banana più costosa al mondo è stata mangiata dal tycoon cinese delle criptovalute Justin Sun, che ha speso 6,2 milioni di dollari per l’opera “Comedian” di Maurizio Cattelan. Quest’opera dell’artista padovano rappresenta una banana affissa a un muro con del nastro adesivo grigio. L’evento si è svolto in uno degli hotel più lussuosi di Hong Kong, dove Sun ha mangiato il frutto davanti a numerosi giornalisti e influencer, definendo l’opera “iconica” e paragonando l’arte concettuale alle criptovalute. Dopo aver assaggiato la banana, ha commentato: “È davvero molto buona”.
La banana era stata venduta all’asta a Sotheby’s a New York e Sun ha vinto superando sette altri offerenti. Ha espresso sorpresa all’inizio ma ha poi compreso il potenziale dell’opera. Durante la conferenza stampa, ha detto che mangiare la banana potrebbe diventare parte della storia dell’opera. Con lui c’erano due uomini vestiti da personale di Sotheby’s, mentre la banana gialla dava un tocco di colore alla sala.
Prima di essere venduta all’asta, la banana era stata acquistata per meno di un dollaro da una bancarella a Manhattan, gestita da Shah Alam, il quale è rimasto incredulo venendo a sapere della vendita. Sun ha dichiarato che la reazione di Alam è stata commovente e si è impegnato ad acquistare 100.000 banane dalla sua bancarella, per celebrare il legame tra vita quotidiana e arte.
Sun ha anche ricevuto un certificato di autenticità con istruzioni su come sostituire la banana marcia, un’operazione che deve essere fatta ogni 4-6 giorni. Ai partecipanti è stata data una banana da mangiare come souvenir. Sun ha paragonato l’arte di “Comedian” agli NFT e alla tecnologia blockchain, sottolineando che gran parte di essa esiste solo online.
L’opera, che ha suscitato molto interesse e dibattito quando è stata presentata per la prima volta, ha anche un significato più profondo, chiedendosi cosa costituisca l’arte. Cattelan ha spiegato che “Comedian” non è uno scherzo, ma una riflessione su ciò che apprezziamo. L’opera si è affermata come un simbolo di sfida alle convenzioni artistiche.
