Gesù insegna che non bisogna fermarsi alle apparenze, ma considerare ciò che si ha nel cuore. Nel Vangelo di Luca (Lc 21,1-4), viene raccontato un episodio significativo riguardante una povera vedova. Mentre Gesù osservava i ricchi che facevano offerte al tempio, notò questa vedova che gettava solo due monetine. Egli esclamò: «In verità vi dico, questa vedova ha dato più di tutti». I ricchi, infatti, donavano solo parte del loro superfluo, mentre lei, nella sua miseria, dava tutto ciò che aveva per vivere.
Il messaggio di Gesù si ricollega a un passo del salmo 48, che avverte riguardo alla vera fortuna. Sebbene molti possano essere considerati fortunati per la loro ricchezza, alla morte non portano nulla con loro. La ricchezza e la gloria terrena non fanno altro che svanire e chi vive nella prosperità, senza comprendere la propria finitezza, è paragonato agli animali che periscono.
In questo contesto, anche la lettera di san Giacomo (Giac 5,1-6) lancia un allerta ai ricchi, esortandoli a piangere per le difficoltà imminenti. Le loro ricchezze sono destinate a marcire e il loro oro e argento saranno consumati dalla ruggine, che diverrà testimone contro di loro. Giacomo sottolinea che i ricchi hanno accumulato tesori per gli ultimi giorni, mentre i salari dei lavoratori sfruttati da loro gridano al Signore per giustizia. I ricchi vivono nel piacere e nelle delizie, ignorando le conseguenze delle loro azioni.
Gesù critica apertamente scribi e farisei ipocriti, che si concentrano su pratiche superficiali come la decima delle spezie, trascurando i valori fondamentali della legge: il giudizio, la misericordia e la fede. Queste ultime sono le cose davvero importanti da praticare, senza ignorare le altre.
Queste fonti, tra cui i Vangeli e gli scritti di Paolo, illustrano l’importanza della sincerità e della generosità autentica, e insegnano che il valore delle azioni non si misura in base a ciò che viene donato in termini materiali, ma dalla volontà e dall’intensità dell’offerta stessa.
