Nella notte, in Trentino, è stato abbattuto l’orso di due anni M91, dopo l’ordinanza del presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti. La rimozione dell’orso, effettuata nel territorio di Sporminore, è stata ritenuta “necessaria” secondo le previsioni del Pacobace, il Piano Interregionale per la Conservazione dell’Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali. L’orso M91 era stato segnalato per il suo comportamento problematico, avendo seguito una persona nella zona di Molveno e entrando ripetutamente nei centri abitati durante l’estate e l’autunno, pertanto era stato classificato ‘pericoloso’ ai sensi del Pacobace. La Provincia di Trento ha affermato che la decisione è stata presa per evitare eventi più gravi rispetto a quelli già registrati e che anche l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) si è espresso favorevolmente sulla rimozione.
Tuttavia, questa decisione ha scatenato reazioni da parte delle associazioni animaliste. Massimo Vitturi della Lav ha criticato il provvedimento, definendo il metodo di esecuzione “antidemocratico” e sottolineando che l’atto di uccidere l’orso è stato comunicato solo ore dopo il suo abbattimento. Vitturi ha lamentato l’impossibilità di impugnare il decreto attraverso il Tar, sottolineando che la decisione ha condannato a morte un animale che avrebbe dovuto essere considerato un esempio di gestione del conflitto tra orsi e persone. Ha evidenziato che la sicurezza delle persone non si ottiene con l’uccisione degli orsi, ma con l’applicazione rigorosa delle indicazioni scientifiche.
Vitturi insiste che, anche prima della tragica morte di Andrea Papi avvenuta nell’aprile 2023, si era già attivato per cercare soluzioni di convivenza tra esseri umani e orsi in Trentino. Secondo lui, la posizione di Fugatti e dei suoi collaboratori sembra ignorare completamente le indicazioni scientifiche, complicando ulteriormente la questione della coesistenza tra l’uomo e la fauna selvatica. La rimozione dell’orso M91 ha quindi riaperto il dibattito su come gestire in modo efficace e umano le interazioni tra persone e animali selvatici nella regione.