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giovedì, 12 Dicembre, 2024
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Van Dyck: Riscoperta della Madonna con Bambino in Svizzera

In Svizzera è riemerso un prezioso dipinto di Antoon van Dyck, intitolato “Madonna con Bambino”, risalente a circa quattro secoli fa. Questo olio su tavola, di dimensioni 61 x 48,2 cm, era di un collezionista privato nel Canton Ticino ed è uno dei tre lavori sullo stesso tema attribuiti al grande pittore fiammingo, le altre due opere si trovano al Metropolitan Museum of Art di New York e nella Bob Jones University in South Carolina.

Il dipinto, realizzato circa nel 1625, è stato certificato da cinque storici dell’arte di fama che nel corso degli anni Novanta hanno confermato la sua attribuzione a Van Dyck e alla sua bottega. Quest’anno, tra aprile e maggio, sono stati effettuati esami tecnico-scientifici dal Laboratorio Diagnostico per i Beni Culturali dell’Università di Bologna, in collaborazione con l’esperto Pascal Cotte. Silvano Vinceti, storico dell’arte, ha coordinato la ricerca, affermando che l’opera mostra chiaramente l’intervento diretto di Van Dyck.

Nel dipinto, la Vergine Maria è rappresentata seduta, indossando una veste rossa e un manto blu, mentre il Bambino, nudo, è posizionato tra le sue gambe, nascondendo il viso sul seno materno. La composizione riflette uno schema derivato dalla tradizione bizantina, evidenziando il rapporto tra madre e figlio.

Van Dyck, miglior discepolo di Rubens, ha dedicato il suo soggiorno in Italia alla realizzazione di opere sul tema della “Madonna con il Bambino”, ispirato dalle opere tizianesche. La sua arte ricercava un’espressione di compassione e tenerezza, concentrandosi sul legame interiore tra Madonna e Bambino, secondo la tradizione della “Madonna Eleusa”.

Furono diversi esperti di rinomata fama tra gli anni Novanta a esaminare l’opera, come Matias Diaz Padron e Erik Larsen, insieme ad altri italiani e britannici, tutti concordi nell’attribuire il dipinto a Van Dyck e alla sua bottega. Il significato di “Van Dyck e bottega” indica che l’opera non era stata realizzata esclusivamente dal maestro, ma coinvolgeva anche i suoi discepoli, come avveniva nelle botteghe artistiche del tempo.

Riguardo agli esami diagnostici effettuati, sono stati utilizzati vari metodi, tra cui imaging multispettrale e microscopia digitale, confermando che il dipinto è da attribuirsi a Van Dyck e che fu realizzato durante un periodo specifico della sua carriera, in particolare verso la fine del suo soggiorno in Italia.

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