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sabato, 14 Dicembre, 2024
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Scoperta la Mappa del Più Antico DNA Umano: L’Incontro con i Neanderthal

Appartengono a una donna di nome Zlatì kůň, vissuta nell’attuale Repubblica Ceca, e a sei individui, tre maschi e tre femmine, provenienti da Ranis in Germania, i più antichi genomi umani noti, risalenti a circa 45mila anni fa. Questo dato è emerso grazie a nuovi studi che tracciano il primo incontro tra Neanderthal e Sapiens in Europa, il cui impatto è ancora visibile nel DNA delle popolazioni non africane. Gli incroci tra le due specie avrebbero avuto luogo tra 49mila e 45mila anni fa, durando per circa 7mila anni.

I risultati sono stati pubblicati in studi su Nature e Science, condotti dal Max Planck Institute e dall’Università della California a Berkeley. Analizzando i DNA di questi antichi abitanti, i ricercatori hanno scoperto che appartenessero a un gruppo geneticamente connesso, ma che non ha lasciato discendenti tra le popolazioni attuali. Tutti questi individui presentavano pelle, capelli e occhi scuri, caratteristiche che riflettono le origini africane di questa prima popolazione europea.

La ricerca ha rivelato una parentela genetica tra Zlatì kůň e due individui di Ranis, suggerendo un legame di quinto o sesto grado. Inoltre, è stata evidenziata una stretta parente tra i sei individui di Ranis, dove si trovavano una madre e una figlia con due bambini. Studiosi hanno anche esaminato circa 300 genomi di umani moderni e antichi, scoprendo che l’incrocio con i Neanderthal si è epocalmente collocato attorno a 47mila anni fa.

La ricerca ha approfondito la porzione di DNA (1-2%) ereditata da questo incrocio, rivelando che numerosi geni attuali sono collegati a funzioni immunitarie, pigmentazione della pelle e metabolismo. Un gene neandertaliano è fondamentale per vari processi metabolici e per la regolazione del sistema immunitario. La ricerca ha incluso anche le predisposizioni a malattie come la schizofrenia e il Covid-19, evidenziando l’adattamento alle condizioni climatiche più fredde.

Tuttavia, nel nostro genoma esistono aree senza geni neandertaliani, chiamate ‘deserti arcaici’, che si sono formate rapidamente dopo l’incrocio, suggerendo che alcune varianti genetiche neandertaliane fossero letali per i Sapiens e quindi eliminate. Questi deserti sono già presenti nei genomi di esseri umani di circa 40mila anni fa, indicando una formazione precoce dopo il flusso genico iniziale tra le due specie.

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