Il caso di Luigi Mangione, accusato di aver ucciso l’amministratore delegato di United Healthcare, Brian Thompson, ha sollevato un acceso dibattito nell’opinione pubblica. Alcuni vedono Mangione come un simbolo di protesta contro le ingiustizie del capitalismo e le difficoltà che molti nordamericani affrontano per accedere a cure mediche adeguate. Questo lo trasforma in un moderno “Davide” che affronta un “Golia” rappresentato da un sistema considerato oppressivo. Stefano Tomelleri, presidente dell’Associazione Italiana di Sociologia e docente all’Università di Bergamo, sottolinea che, pur non giustificando l’azione di Mangione, è evidente un desiderio di vendetta collettivo verso le ingiustizie subite, così come il caso mette in luce gravi problematiche sociali.
Tomelleri spiega che il risentimento è alimentato dalle disuguaglianze percepite, principalmente da chi ritiene che l’accesso alle cure sia un privilegio elitario. Nonostante gli sforzi dell’Affordable Care Act (Obamacare) per ridurre tali disparità , esistono ancora molteplici problemi, soprattutto per le persone con malattie croniche. L’analisi di Tomelleri evidenzia come questo evento sia emblematico delle tensioni sociali tipiche degli Stati Uniti, ma segnala anche che il risentimento antisociale non è limitato a quel contesto, essendo presente anche in Europa e in Italia.
Tuttavia, una differenza fondamentale risiede nel sistema di welfare italiano, che riesce ancora a mitigare le disuguaglianze. Questo sistema induce a riflettere sull’importanza delle tutele sociali e a non darle mai per scontate. Tomelleri, quindi, invita a considerare la situazione con responsabilità e consapevolezza, evidenziando che mentre il caso Mangione può riflettere istanze di giustizia sociale, è cruciale non dimenticare il valore delle protezioni e delle strutture esistenti per il benessere collettivo. La problematica delle disuguaglianze e dell’accesso alle cure rappresenta una realtà complessa che richiede un’attenzione significativa, tanto negli Stati Uniti quanto in Europa e in Italia, dove l’equità nei servizi sociali deve rimanere una priorità per evitare che episodi di radicalizzazione e risentimento si trasformino in azioni violente.
